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Mastandrea, Migliore di Mattia Torre avanti senza di me

Mastandrea, Migliore di Mattia Torre avanti senza di me

"Ultime repliche all'Ambra Jovinelli, poi ne curerò la regia"

ROMA, 12 giugno 2024, 19:20

di Francesca Chiri

ANSACheck
VALERIO MASTANDREA - RIPRODUZIONE RISERVATA

VALERIO MASTANDREA - RIPRODUZIONE RISERVATA

Uno dei testi iconici di Mattia Torre, il monologo teatrale Migliore, pensato, scritto e cucito addosso dal drammaturgo per Valerio Mastandrea, resterà senza il suo storico interprete. L'attore ha deciso che dopo 20 anni di repliche e di successi, il testo sempre amato da un pubblico fedele, avrà un nuovo esecutore.
    A comunicare, en passant, la decisione è lo stesso attore dal palco del teatro Ambra Jovinelli dove è in corso la presentazione della prossima stagione teatrale che include anche quelle che - dal 15 gennaio al 2 febbraio 2025 - saranno quindi le ultime rappresentazioni del monologo con Mastandrea in scena.
    Ha lanciato quella 'bombetta' dal palco, stava scherzando? "Niente affatto. E' deciso. Migliore è uno spettacolo a cui secondo me ho ormai dato tutto quello che potevo dare. E che comunque mi darà ancora tanto, per queste ultime 20 repliche che restano".
    Si chiude un cerchio? "Lo spettacolo continuerà. E continuerà anche per dimostrare che questo spettacolo può andare sempre avanti. Certo, è stato uno spettacolo che è nato per me. Con Mattia abbiamo lavorato insieme tanto tempo e ne abbiamo discusso altrettanto: però sicuramente chi verrà dopo sarà, spero, anche meglio di me. E non è poi tanto difficile: il testo è così potente! E comunque - annuncia - io ne curerò la regia".
    Nessuna possibilità invece di sapere il nome dell'attore che prenderà il suo posto. "No, perché è una scelta complicata. Non è che stiamo provinando delle persone. Stiamo cercando di ragionare prima tra di noi. Insieme a Francesca (Rocca, la vedova di Mattia Torre) e Valerio Aprea e tutto il nucleo che conosce il teatro di Mattia e sa cosa possono dare i suoi lavori. Insomma questo passaggio è un lavoro che stiamo facendo tutti insieme" E il teatro, a prescindere dalla preparazione del prossimo Migliore? "Il teatro? Il teatro è per gli attori veri... Quelli che hanno una vocazione... Io l'ho sempre solo 'incontrato'..." scherza. Poi si fa serio e racconta del "teatro di varietà, come il Rugantino, dove mi hanno insegnato la disciplina. Ma io l'ho sempre sofferto tanto. Perché io mi sono sempre approcciato a questo mestiere in maniera indisciplinata. Ma non nel senso di un approccio anarchico, solo nel senso di un approccio più di pancia che di testa. Poi però devo dire anche che quella esperienza mi ha insegnato altre cose. E anche questo spettacolo di Mattia, che ho portato in giro per tanti anni, mi ha insegnato tanto. Il teatro è responsabilità: non che io non voglia prendermela, ma parlo di responsabilità attoriale... di voglia di stare in scena".
    "Ora - prova a convincerci - io l'occhio di bue lo ho un po' spostato. Narcisista lo sono stato per tanto tempo, ma adesso - ride - c'è una nuova forma: il narcisismo patologico!". Si avvicina Carlotta Natoli, anche lei reduce dalla presentazione all'Ambra Jovinelli del suo spettacolo, ascolta queste ultime parole e gli va in soccorso: "Valerio? Diciamo che per adesso ha virato sulla 'sfumatura narcisistica'".
   

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