Al gas metano si attribuisce la responsabilità del 30% del riscaldamento globale e dal periodo preindustriale ad oggi le sue emissioni sono più che raddoppiate. Ad oggi rilasciamo ogni anno in atmosfera circa 380 milioni di tonnellate di metano. La maggior parte delle emissioni prodotte dall'attività dell'uomo proviene da tre settori: agricoltura (40%), combustibili fossili (35%) e rifiuti (20%) Ma pur se fortemente responsabile del riscaldamento il metano è più rapido da abbattere rispetto alla C02.
E' l'annuale rapporto dell'Unep, l'Agenzia Onu per l'Ambiente a delineare caratteristiche e numeri delle emissioni di metano, che è il secondo piu' importante gas serra dopo l'anidride carbonica, nel contribuire alle emissioni, ma nell'atmosfera dura solo dodici anni, rispetto alle centinaia di anni della Co2 e quindi per questo ridurre il metano, più della Co2, può rallentare il ritmo del riscaldamento nel breve termine.
Secondo l'Agenzia Onu, c'è un forte potenziale di abbattimento di circa il 20% delle emissioni provocate dall'uomo entro il 2030 con misure tecniche disponibili a basso costo o nullo mentre misure aggiuntive, come il passaggio dal gas naturale alle rinnovabili, cambi nelle diete e riduzione degli sprechi alimentari potrebbero aggiungere un 15% al potenziale di mitigazione del 2030. Quindi l'attuazione di tutte le misure, strutturali e comportamentali, potrebbe ridurre le emissioni di metano di di circa il 45% rispetto al 2015. In attesa di Cop 26, finora gli impegni attuali dei Paesi coprivano solo un terzo della riduzione di metano richiesta per raggiungere l'obiettivo dei aumento di 2 gradi e solo il 23% di cio' che occorre per l'obiettivo 1,5 gradi.