Città e stati indiani sempre più contraddittori nella gestione della pandemia e nei risultati che ne derivano: nello stesso giorno in cui l'amministrazione di Delhi rende nota un'indagine sierologica secondo la quale un quarto degli abitanti avrebbe gli anticorpi al Covid 19, ovvero sarebbe stato contagiato, contraddicendo così i dati ufficiali, si apre uno spiraglio di ottimismo per la diminuzione dei nuovi positivi negli ultimi giorni. Ieri sera, infatti, i nuovi casi accertati nella capitale sono stati "appena" 954, per la prima volta da settimane sotto i mille.
"Delhi potrebbe avere raggiunto il picco", si sbilancia col quotidiano The Indian Express il pneumologo Randeep Guleria, direttore della sede di Delhi del prestigioso Istituto di scienze mediche AIIMS, e membro del team che monitora il contagio da Covid-19 a livello nazionale. In effetti, dall'inizio di luglio a ieri, Delhi ha registrato una continua diminuzione dei nuovi casi giornalieri, dai 1600 ai 1200 fino a meno di mille, mentre nell'ultima settimana di giugno se ne toccavano 3000 in 24 ore.
"Se la curva resterà in discesa ancora per due settimane", continua Guleria, "avremo avuto un trend negativo di 28 giorni, un intervallo che corrisponde a due periodi di incubazione, e potrebbe far sperare". Ma Delhi potrà dirsi sicura, avvisa il medico, solo a due condizioni: "tenere stabile la situazione, e non consentire che dalle cosiddette zone di contenimento filtri alcun contagio".
Secondo Guleria, infine, un altro aspetto che autorizza all'ottimismo è il basso tasso di mortalità registrato in tutto il paese: "un dato che assume sempre più importanza nel lungo periodo. Stiamo facendo di tutto per portarlo sotto l'1 per cento, utilizzando le strategie affinate durante questi mesi, dall'uso degli anticoagulatori e degli steroidi, all'aumentata disponibilità di ossigeno, ventilatori, e di posti di terapia intensiva in tutti gli ospedali"
Riproduzione riservata © Copyright ANSA