Guariti dal Covid-19 e pronti ad alleviare la solitudine dei malati rientrando in quei reparti chiusi al resto della popolazione per il rischio infezione. La missione umanitaria di questi 'visitatori volontari' è in atto all'ospedale Hadassah di Ein Kerem, nei pressi di Gerusalemme, uno dei maggiori di Israele.
Nonostante manchi ancora la certezza scientifica che un ex malato di Covid possa non reinfettarsi, che sia del tutto immune e per quanto tempo ancora, l'ospedale ha cominciato a fare appelli a questi guariti a prendere in considerazione il rischio e diventare se vogliono visitatori volontari.
Il sito di Times of Israel ha riportato la testimonianza di uno di loro che ha già risposto all'appello. "Gli occhi (dei malati, ndr) si accendono quando vedono una persona che li va a trovare", ha raccontato Moshe Tauber un giovane ebreo ortodosso di 22 anni guarito dopo essersi infettato 3 mesi fa e che ora va in reparto per alcune ore a settimana. "Le persone erano così contente - ha detto ancora - visto che non vedono nessuno a parte lo staff medico, a volte per settimane intere".
La scelta di Tauber non è casuale: come ebreo ortodosso si attiene al precetto ebraico ('Bikur Olim') di visitare i malati.
Una missione che tuttavia la maggior parte della gente non può compiere di persona, visto l'alto rischio di contrarre l'infezione.
"I malati - ha spiegato Rely Alon, capoinfermiera dell'Hadassah, al Times of Israel - si sentono estremamente soli nei reparti Covid ed è di grande aiuto per i pazienti e anche per lo staff che i visitatori arrivino, stringano le mani dei malati, parlino con loro e gli tengano compagnia".
Il programma è stato lanciato tre settimane fa e - ha sottolineato Alon - "crediamo di essere il primo posto al mondo dove questo avvenga. Stiamo via via facendo più appelli alle persone perché partecipino all'iniziativa".
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