Arrampicato alla finestra dell'ospedale per dare conforto, al di là del vetro, alla madre morente per l'infezione da Covid 19. La storia di Jihad Sweiti, 30 anni, ha fatto il giro dei social palestinesi e anche diversi media e tv arabe l'hanno ripresa con grande evidenza. E non poteva che essere così: ai tempi in cui l'infezione ha reso la morte ancor più dolorosa privandola dell'ultima carezza, il figlio che veglia la madre anche solo con gli occhi è un'immagine potente.
La donna si chiamava Rasmiya Sweiti, 75 anni, ed era del villaggio di Beit Awa non distante da Hebron, in Cisgiordania, luogo tormentato dall'infezione che ne ha fatto una sorte di incubatore di casi multipli con oltre l'80% dei morti.
La donna era già sofferente per una grave leucemia e il coronavirus non le ha lasciato scampo. Prima di morire, giovedì scorso, è stata ricoverata per 5 giorni al secondo piano dell'ospedale statale 'Hebron' dell'omonima città nel sud dei Territori Palestinesi. Per tutto quel tempo - aggirando il divieto dei medici che avevano impedito l'accesso - Jihad si è arrampicato ogni giorno fino alla finestra del secondo piano facendo compagnia da dietro il vetro alla madre collegata ai tubi della rianimazione.
Il fratello Ramsi - citato dai media - ha detto che non voleva allontanarsi nemmeno per un minuto: era il figlio minore e quello più legato alla madre.
L'immagine di Jihad che fuma una sigaretta fuori dalla finestra dell'ospedale è stata ripresa da molti social che hanno citato il caso per accrescere la sensibilizzazione alle misure di distanziamento messe a punto per proteggere in particolare le persone più anziane.
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