Mentre mezza America si prepara alla riapertura nonostante l'epidemia continui a mietere vite, in Pennsylvania otto Labrador sono stati assoldati in un test pilota per capire se il loro potentissimo olfatto sia in grado di annusare il coronavirus. Lo studio, avviato a Filadelfia dall'Università di Pennsylvania, fa affidamento sui 300 milioni di recettori di odori del naso di un cane contro i solo sei milioni negli esseri umani: se l'esperimento avrà successo, gli amici dell'uomo potrebbero essere arruolati già in luglio in una task force canina sperimentale per effettuare screening in aeroporti, aziende o ospedali. Non sarebbe una sorpresa se Poncho e gli altri sette "Lab" dovessero dare soddisfazione: già in prima linea per individuare esplosivi e cibi di contrabbando, i cani sanno annusare la malaria, tipi di cancro e perfino un batterio che sta devastandogli agrumeti della Florida. "I virus hanno odori specifici", ha spiegato Cynthia Otto, direttrice del Working Dog Center della Penn's School of Veterinary. "Non sappiamo se annuseranno l'odore del virus o della risposta al virus o una combinazione, ma non importa". Nel primo stadio dell'addestramento i veterinari di Filadelfia stanno insegnando ai Labrador a identificare un odore in cambio di cibo. Si passerà poi a far loro annusare campioni di urina e saliva di pazienti positivi e negativi di due ospedali cittadini. Il terzo stadio è il più complicato: si tratterà di identificare il virus in una persona anche asintomatica. I veterinari Usa non sono i soli a testare cani in funzione anti Covid: un altro studio è in corso presso la Scuola di Igiene e Medicina Tropicale di Londra dove è già stata accertata la loro capacità di scoprire la malaria. "I cani sono uno strumento diagnostico che potrebbe rivoluzionare la risposta al virus", ha detto il direttore James Logan che spera di schierarne sei in aeroporti del Regno Unito.