Dopo i fasti del lontano 1976, la squadra adesso vuole risorgere
Una squadra giovane che vuole diventare grande in una competizione in cui ha sempre partecipato da nazione indipendente, raggiungendo sette fasi finali consecutive.
Pur non riuscendo a qualificarsi per i Mondiali, negli anni duemiladieci la Repubblica Ceca calca per altre due volte il palcoscenico continentale. Nel 2012, malgrado una pesante sconfitta all'esordio contro la Russia, riesce ad accedere ai quarti di finale con due vittorie consecutive. Viene poi eliminata dal Portogallo, con una rete di Cristiano Ronaldo in zona Cesarini. Segue poi una nuova mancata qualificazione al mondiale.
Nel 2016, alla sesta partecipazione consecutiva, i cechi non superano il primo turno del torneo: a risultare determinante è, come nel 2008, una disfatta contro la Turchia nel match conclusivo. Dopo avere mancato nuovamente il mondiale, nell'autunno 2018 la squadra compete nell'appena istituita Nations League piazzandosi seconda nel proprio girone dietro l'Ucraina.
Si qualifica ad Euro 2020 come seconda del suo girone. Il commissario tecnico è Jaroslav Šilhavý, detentore del record di presenze nel massimo campionato ceco (465). Šilhavý ha vinto due titoli da allenatore prima di accettare la panchina della nazionale a settembre 2018.
“Abbiamo affrontato l’Inghilterra nelle qualificazoni, nel mitico stadio di Wembley è andata male (sconfitta 5-0), ma - ha ricordato il Ct ceco - a Praga è andata molto bene (vittoria 2-1). Staremo a vedere che cosa succede questa volta. Sfideremo due semifinaliste dell’ultima Coppa del Mondo, ma daremo il massimo per qualificarci alla fase successiva della manifestazione”.
Il giocatore-chiave è Vladimír Darida. Centrocampista a tutto campo dell’Hertha Berlin, è un esempio per i compagni e ha ispirato la sorprendente vittoria di ottobre contro l’Inghilterra. L'osservato speciale sarà Tomáš Souček, cuore pulsante del centrocampo ceco, è stato votato miglior giocatore del suo paese nella stagione 2018/19, culminata con la vittoria del campionato da parte della formazione dello Slavia Praga.
Nel lontano 1976, quando era ancora accorpata alla Slovacchia, vinse il titolo a Belgrado, trionfando in finale ai rigori contro la Germania Ovest dei Beckenbauer e dei Maier. Dal 'cucchiaio' di Panenka ne sono passati di anni, poi arrivò l'Europeo 1996 in Inghilterra e la finale persa contro la Germania, vittoriosa con il 'golden-gol' di Bierhoff. Da allora la Repubblica Ceca è stata sospesa fra alti e bassi, fra opportunità mancate e talenti sprecati. Gli anni sono volati e il successo del 1976, grazie anche alle parate del portiere Ivo Viktor, è rimasto un episodio irripetibile.
Adesso si aprono nuove opportunità per la squadra, sebbene la concorrenza sia agguerrita, il tasso tecnico complessivo della formazione non è fra i più elevati e le stelle non brillano come una volta. L'Europeo può rilanciare le azioni della Repubblica Ceca che da 'Cenerentola' può diventare una vera e propria squadra-rivelazione.