Hakan Calhanoglu, un tedesco che ha scelto la Turchia. Ha fatto il percorso inverso rispetto ai vari Emre Can, Mesut Ozil e Ilkay Gundogan, e non se n'è mai pentito. Cosa significhi per lui sentirsi turco lo ha spiegato quando ci sono state le polemiche per il saluto militare fatto dopo qualche gol e in occasione di un match delle qualificazioni a questo Europeo. "Gioco per la Nazionale e, quando lo faccio, la politica è da un’altra parte - ha detto il fantasista del Milan -. Noi giochiamo a pallone, ma siamo al 100% con la nostra Nazione. Anche se comunque non sempre è tutto bello".
L'amore per la patria dei propri genitori, ora anche la sua, non lo spinge fino al punto di pensare a un futuro nel calcio di Istanbul (lo ha sempre voluto il Galatasaray), perché dal punto di vista calcistico prevale il richiamo della Germania. Infatti, se un giorno dovesse lasciare il Milan (il suo contratto scade nel 2021) pensa a Bayern Monaco o Borussia Dortmund.
Proprio il Bayern lo aveva già cercato già nel 2014, ma lui non volle trasferirsi nel più glorioso club della Bundesliga, perché "a quel tempo le posizioni di esterni d'attacco, con Arjen Robben e Franck Ribéry, erano straordinariamente occupate. "Non dico che non ce l'avrei fatta, ma sarebbe stata dura", disse il futuro milanista, così scelse il Bayer Leverkusen, visto che "lì mi sento come a casa mia".
In Germania lo chiamavano "Dio delle punizioni" ma nel Milan non ha avuto tante occasioni per dimostrarlo. Conta di rifarsi con la Nazionale, l'Europeo sta per arrivare e Hakan sogna di mettersi in evidenza già dalla partita di apertura contro l'Italia all'Olimpico, uno stadio che conosce già e dove ha avuto modo di mettersi in mostra con la maglia rossonera.
Trequartista o esterno d'attacco non fa differenza, l'importante è meritarsi quella chiamata dal Bayern che, adesso, con ogni probabilità, non rifiuterebbe. Il Milan lo quota oltre 30 milioni, ma nel calciomercato, si sa, tutto è possibile. Calhanoglu sogna di giocare in Champions, vincerla sarebbe come toccare il cielo con un dito. Prima, però, c'è l'Europeo e la voglia di spingere in alto la Turchia, una squadra da tenere in debito considerazione, perché - come ha dimostrato nel girone di qualificazione - capace senza timori di ottenere qualsiasi risultato. Ne sanno qualcosa i campioni del mondo in carica della Francia allenati da Deschamps.