"Tutti sanno che è fondamentale per la nostra nazionale". Il ct 'a tempo' della Danimarca, Age Hareide, è un tipo di non molte parole, e che raramente si sbilancia sui singoli a sua disposizione, ma per il suo trequartista fa sempre un'eccezione.
Del resto che Christian Eriksen sia fondamentale nel gioco della Danimarca non lo si scopre certo adesso, ma lo si sapeva già abbondantemente. Conosciuto nel suo paese fin da quando aveva soltanto 13 anni, anche per via di un video in cui mostrava tutte le sue qualità calcistiche, l'interista in patria è un idolo, e l'uomo al quale ci si affida nelle situazioni delicate con il pallone fra i piedi.
Due stagioni addietro è stato uno dei trascinatori del Tottenham, compiendo l'impresa di portare gli Spurs guidati da Mauricio Pochettino fino alla finale di Champions (poi persa contro il Liverpool di Klopp), adesso si fa apprezzare dal pubblico della San Siro nerazzurra, al quale mostra giocate di qualità sopraffina e anche la consueta abilità sui calci piazzati.
Acquisto top dell'Inter a gennaio dell'anno scorso, se fosse stato ancora a lungo sotto contratto con il Tottenham avrebbe avuto un valore di almeno cento milioni, cifra che testimonia la considerazione di cui gode nel mondo del calcio. Eriksen è un calciatore eclettico, un talento puro, dotato di una notevole intelligenza tattica, è in grado di adattarsi a qualsiasi situazione.
Se n'è accorto presto Antonio Conte che ha cominciato a farlo giostrare a centrocampo, nella zona dove le partite si perdono o si vincono. eriksen, all'apparenza insofferente, si è saputo adattare, trovando sempre più spazio nell'undici titolare e facendo sentire il proprio peso dal punto di vista tecnico. Dotato di un tiro forte e ben calibrato, di una magnifica visione di gioco, riesce a mettersi a disposizione dei compagni con un'abilità invidiabile.
I tifosi dell'Ajax lo rimpiangono ancora, la Nike ne ha fatto uno dei suoi testimonial di punta sul mercato scandinavo, in passato ha confessato tutta la sua ammirazione per Totti: "infatti - rivelò - a 'Football Manager', gioco di cui ero 'malato', facevo sempre l'allenatore della Roma per via di Francesco. Poi, crescendo, mi sono concentrato solo su me stesso". Eriksen ritiene che i suoi primi mesi in Italia lo abbiano migliorato, ora non rimane che dimostrarlo a Euro 2020.