Ha avuto ragione Antonio Conte. Il tecnico dell'Inter si è battuto a lungo, con i suoi dirigenti, per portare ad Appiano Gentile, Romelu Lukaku, e alla fine i risultati, rendimento alla mano nella sua prima stagione italiana, hanno dato ragione all'ex ct azzurro. Costi quel che costi, il giocatore doveva arrivare in nerazzurro, perché era l'uomo giusto per colmare il vuoto lasciato al centro dell'attacco dell'ex capitano Mauro Icardi, passato al Paris Saint-Germain dopo una lunga e patetica telenovela. Lukaku ha colmato quel vuoto e lo ha fatto a suon di gol, portando l'Inter sul tetto del campionato, come non accadeva dai tempi di Mourinho. Musica per le orecchie dei tifosi nerazzurri.
Il bomber del Belgio aveva già fatto vedere in passato di che pasta fosse fatto, in particolare in nazionale (è il maggior goleador nella storia del Belgio) e quando giocava nell'Everton, ma c'erano dubbi sul suo rendimento in Italia, anche per il fatto che le difese sono meno 'allegre' di quelle inglesi. La sua potenza, la sua volonta e anche una classe cristallina, alla fine, hanno fatto la differenza. Per le difese avversarie sono stati dolori.
Romelu si è adattato bene anche alla Serie A, confermandosi cannoniere di razza, grazie anche al fisico straripante. Nulla a che vedere con il Lukaku visto in Brasile ai Mondiali 2014, quando un problema fisico ne aveva condizionato il rendimento.
Belga di origini congolesi, Lukaku è un attaccante mancino che fa del fisico (190 centimetri per 94 chilogrammi) il proprio punto di forza e usa come arma per proteggere il pallone. Pur usando quasi solo il sinistro, gioca bene anche spalle alla porta, e anche per questo si è trovato così a suo agio nel gioco di Conte, duellando, facendo da boa per i compagni e rivelandosi micidiale nell'allungo, caratteristiche che sfrutta anche quando gioca, attaccando la profondità, nel Belgio, dove non ha un partner come Lautaro Martinez, fa ugualmente felice il ct che ha lo stesso cognome del suo partner di reparto in nerazzurro.
Ora al Martinez allenatore non rimane che sperare che Lukaku continui così anche a Euro 2020 in un torneo che potrebbe definitivamente farlo decollare nell'Olimpo del calcio. Tuttavia, non dipenderà solo da lui, ma dalla capacità del ct di compattare una squadra dove storicamente affiorano certe rivalità. E' singolare che il Belgio, per mesi prima nel ranking Fifa non riuscisse a vincere alcunché.