In Finlandia c'è un eroe nazionale. Si chiama Teemu Pukki, di professione fa l'attaccante ed è stato il principale artefice della prima, storica qualificazione della selezione 'finna' (la Finlandia) a una grande manifestazione calcistica, leggi Euro 2020. I suoi gol (10 realizzati in altrettante partite) sono stati l'asso nella manica del commissario tecnico Markku Kanerva che, nelle notevoli doti del 31enne attaccante, ha sempre creduto ciecamente.
A Pukki, un girovago del pallone, ha fatto bene l'esperienza al Norwich City, in Inghilterra, dove è tuttora il beniamino dei tifosi gialloverdi, che hanno continuato a sostenerlo anche quando, nella stagione 2019/20 in Premier Legue è rimasto a digiuno di reti addirittura per un paio di mesi. Un'eternità. In precedenza Pukki era stato decisivo, con 29 'centri', per la promozione nella massima serie della sua squadra, che lo aveva ingaggiato a parametro zero nell'estate del 2018, dopo il mancato rinnovo del contratto con il Broendby danese. Alla fine dello scorso campionato il Norwich è poi retrocesso, ma il bomber venuto dal ghiaccio è rimasto al top nella classifica di gradimento dei supporter.
La voglia di calcio in giro per l'Europa di Pukki lo ha portato a giocare anche in Siviglia, Schalke 04 e Celtic Glasgow, club quest'ultimo dove c'era grande attesa per lui ma in cui, dopo un buon inizio, non ha reso secondo le aspettative, anche se il suo tecnico dell'epoca, Neil Lennon, lo ha sempre difeso ("mica ci aspettavamo che fosse Superman"). Qualcuno sostenne che a Glasgow Pukki fosse stato penalizzato dalla sua indole taciturna, lui ha risposto spiegando che "il calcio in Scozia era molto più difficile di quanto mi aspettassi, non facevo in tempo a ricevere la palla che avevo subito qualcuno addosso". Poi però ha tirato dritto per la sua strada e si è preso belle rivincite con le maglie del Norwich (è stato l'unico giocatore del Norwich negli ultimi 26 anni a realizzare una tripletta in Premier) e della Finlandia. Di cui fa parte dal 2009 e nona caso in molti hanno acquistato la maglia della nazionale personalizzata con il suo nome, fatto inedito a quelle latitudini, dove anche in fatto di merchandising spopola l'hockey ghiaccio.
Adesso manca il capitolo finale, che a Helsinki vorrebbero fosse il più bello, quello di un Europeo da ricordare, magari superando la prima fase.