Il 18 giugno del 1994 c'era anche Roy Keane al Giants Stadium di New York per un 1-0 agli azzurri che nella storia del calcio irlandese e' rimasto giorno da immortalare. Oggi il giocatore simbolo della nazionale verde siede in panchina come vice del ct O' Neill, e tutti guardano a lui come il 'santone' della squadra. "Amo l'Italia, pagherei per vederla", ha detto un paio di giorni fa, alludendo forse alla completa identificazione con lo spirito guerriero dei ragazzi di Conte. Domani pero' non ci sarà bisogno di aprire il portafoglio: allo stadio Mauroy di Lille, gli eredi di Keane sono chiamati a ripetere l'impresa di nuovo contro l'Italia, almeno per i media di Dublino che alla vigilia dell'ultima partita del gruppo E hanno tempestato il ct di domande sul paragone con quel risultato d'esordio al Mondiale in Usa: "E' vero, possiamo di nuovo fare la storia: ma in fondo si tratta semplicemente di vincere una partita", ha detto il sessantaquattrenne successore di Trapattoni, con disarmante semplicita'. La stessa usata per dribblare la critica di Marco Tardelli, al tempo vice di Trap ct dell'Irlanda, secondo cui al calcio di Dublino manca "intelligenza". "Ciascuno può dire quel vuole, a me non interessa".
Piuttosto, a lui come al difensore Coleman interessa ricambiare le migliaia di tifosi al seguito: "Hanno speso molto per seguirci, ci hanno dato una grande carica e sono stati correttissimi, a Parigi erano 40.000, una marea di maglie verede da ripagare domani", dice facendo fischiare le orecchie a Conte in crisi di malinconia da tifo azzurro. Contro gli azzurri gia' qualificati come primi, domani all'Irlanda serve una vittoria a tutti i costi e qualche incrocio fortunato per sperare di passare gli ottavi: "Abbiamo la possibilita' di raggiungere questo obiettivo: dobbiamo essere dinamici dal primo all'ultimo minuto, direi energetici. Sappiamo cosa dobbiamo fare e lo faremo - ha aggiunto il ct irlandese - E' vero', la vittoria ai Mondiali del '94 ci ispira. Ma anche se non andiamo cosi' indietro, troviamo piccoli momenti di storia, penso alle recenti sfide contro Bosnia e Germania: vuol dire che questa squadra ha dentro di se' le possibilita' di farcela". In effetti, senza andar indietro di 22 anni, l'Irlanda arrivata fino all'Europeo vanta risultati di rilievo. Nelle qualificazioni battè la Germania campione del mondo, 1-0 a Dublino, e negli spareggi per arrivare in Francia la partita decisiva e' stato il ritorno: 2-0 alla Bosnia.
Poi, nelle prime due partite del gruppo E, un buon inizio con la Svezia penalizzato da un autogol per il pari finale, e il crollo con il Belgio. "Lì abbiamo sbagliato ad avere troppa fretta - spiega O' Neill - Siamo partiti col piede sbagliato, abbiamo commesso errori di troppo nei passaggi e cosi' abbiamo perso fiducia: ma domani ripeteremo la prestazione con la Svezia, non quella col Belgio, ne sono sicuro". O' Neill fa finta di non sapere che gli azzurri si presenteranno con nove cambi ma non si dice sorpreso: "Sono primi, non vogliono rischiare il secondo giallo per i loro diffidati: qualunque allenatore farebbe scelte simili, e nessuno meglio dell'Italia sa come gestire un torneo lungo come l'Europeo. E poi - conclude - quelli che saranno in campo domani giocano in grandi club, la Roma, il Milan..Sara' difficile comunque. Ma noi siamo certi di poter vincere, arrivare a 4 punti e passare agli ottavi". In dubbio resta Jonhatan Walters, l'attaccante col quale O'Neill aveva impostato sul 4-3-1-2 la prima partita: "Decidiamo all'ultimo", la pretattica di O' Neill. Ma la tendinite dovrebbe bloccarlo e allora l'Irlanda virerebbe di nuovo su un 4-4-2.