Se il ct Ante Cacic riuscirà a far quadrare il cerchio, la Croazia diventa a pieno titolo una delle Nazionali destinate a entrare nel novero delle quattro semifinaliste. La squadra a scacchi bianco e rossi non teme alcun confronto sul piano tecnico e delle individualità, non è un caso se i calciatori croati fanno parte delle squadre più forti d'Europa, con particolare riferimento ai club italiani. La lista è lunga: parrte dal 'napoletano' Strinic, prosegue con Vrsaljko del Sassuolo, Badelj e Kalinic della Fiorentina, Brozovic e Perisic dell'Inter, Jajalo del Palermo, Mandzukic della Juventus, Rebic del Verona. Per non parlare di altri talenti del calibro di Ivan Rakitic del Barcellona, Kovacic e Modric del Real Madrid.
Una multinazionale del calcio, nella quale il tasso tecnico si spreca, a discapito magari del gioco d'insieme. La Croazia è alla quarta partecipazione consecutiva a una fase finale degli Europei; dalla dichiarazione d'indipendenza, datata 1991, si è messa in luce come una delle potenze calcistiche mondiali. La Francia, sede dei prossimi Europei, le ha portato bene e la cabala nel calcio spesso conta più di ogni cosa. Nel 1998, nel Mondiale disputato sui campi transalpini (il secondo della storia, dopo quello lontanissimo del 1938), ottenne un terzo posto prestigiosissimo, preceduta soltanto da Zidane, Vieira e compagni, oltre che dal Brasile.
La Croazia si è può tranquillamente definire un avversario scomodo, che nessuno vorrebbe ritrovarsi di fronte, ma è anche una squadra 'pazza', capace di battere chiunque e di prenderle contro qualsiasi avversario: Repubblica ceca, Spagna e Turchia, inserite nello stesso raggruppamento dei croati, sono avvisate. La dimostrazione arriva dal fatto che, fino all'ultimo, la qualificazione alla fase finale degli Europei per i croati è rimasta in bilico, tanto da costringere la Federcalcio locale a un repentino quanto rischioso cambio in panchina. Ma non solo: il punto di penalizzazione rimediato per la svastica apparsa sul terreno di gioco di Zagabria ha avuto effetti devastanti sul morale della squadra. La Croazia era considerata l'avversaria da battere nel girone di avvicinamento a Euro 2016, ma ha rischiato di rimanere fuori.
"Il nostro obiettivo è di andare avanti il più possibile - dice il ctCacic, 62 anni, che a settembre dell'anno scorso ha preso il posto di Niko Kovac -. Prima pensiamo a passare il girone. Dobbiamo fare tutto il possibile per non avere rimpianti alla fine del torneo. Abbiamo una squadra formata da giocatori di altissima qualità e il fatto di esserci qualificati per l'Europeo non ci basta".
Rispetto al Mondiale brasiliano di due anni orsono, ai prossimi Europei sono previsti radicali cambiamenti nella rosa, con l'esclusione del portiere Pletikosa, che fa spazio a Subasic del Monaco, ma anche dei centrocampisti Vukojevic e Sammir. Fuori anche l'attaccante Eduardo.