Jonathan Walters, un attaccante operaio per una squadra operaia. Una punta atipica, che pensa prima al gioco e poi a se stesso. Se l'Irlanda è all'Europeo lo deve anche a questo 32enne che gioca nello Stoke City. Con una doppietta contro la Bosnia nei playoff ha regalato alla Nazionale verde il pass per la Francia. Due reti al momento giusto, da uno che non segna a raffica ed in Premier non è mai andato oltre le otto reti a stagione. Poche, ma buone. Ed uno spirito di sacrificio che lo porta ad inseguire ogni pallone: per 90 minuti corre, si propone, dà fastidio agli avversari. Consapevole dei propri mezzi, ma soprattutto dei propri limiti. E' stata soprattutto questa la dote che convinse Giovanni Trapattoni a farlo esordire in nazionale, già 27enne (era il 2010), in un'amichevole con la Norvegia. Il Trap poi se lo portò anche all'Europeo in Polonia ed Ucraina.
Può vestire la maglia della nazionale irlandese grazie alla madre Helen (scomparsa quando Jonathan aveva solo 12 anni), originaria di Dublino e trasferita vicino Liverpool per lavorare come infermiera in un ospedale.
Walters nasce a Birkenhead, nord ovest dell'Inghilterra, città famosa soprattutto per i suoi cantieri navali. Jonathan fa su e giù con Blackburn, dove ha iniziato la sua carriera nelle giovanili. Con il Blackburn Rovers si mette in luce, ma senza riuscire ad arrivare in prima squadra. Jonathan però non si demorde e inizia a girare l'Inghilterra in lungo e largo: dal Bolton (esordio in Premier), all'Hull City, dal Barnsley all'Ispwich Town (allenato da Roy Keane). Non resta mai nello stesso club più di una stagione. Giusto all'Ispwich si ferma per tre campionati. Poi valigie pronte e di nuovo in viaggio. Nel 2010 arriva la chiamata dello Stoke ed il palcoscenico della Premier. E' l'anno della svolta. Trapattoni lo nota e lo porta in nazionale. Nel 2015 è stato invece votato miglior giocatore d'Irlanda. Ora il Ct O'Neill si affida all'attaccante operaio per costruire qualcosa da ricordare.