Il Marocco fa la storia e raggiunge per la prima volta i quarti del Mondiale di calcio battendo 3-0 e con merito la Spagna ai calci di rigore. Protagonista ed eroe della qualificazione che fa la gioia non di un solo Paese, ma di tutto il Continente africano, è il portiere Yassine Bounou. Lui gioca in Spagna, nel Siviglia, ed ha studiato i rigoristi della Roja. Infatti para i tiri di Soler e Busquets, mentre Sarabia al primo penalty aveva colto il palo. E' invece l'ex interista Hakimi a realizzare la rete decisiva, quella che fa impazzire i suoi 35mila tifosi accalcati sugli spalti dell'Educational Stadium di Doha e terrà sveglio il Marocco per una notte di feste e balli. La Spagna esce ancora una volta dal dischetto, come gli era già successo nell'86 con il Belgio, nel 2002 con la Corea e nel 2018 con la Russia. Questa volta l'asfissiante tiki-taka imbastito da Luis Enrique non paga perché i 975 passaggi completati (contro appena 235 del Marocco) avvengono in gran parte lontano dalla porta avversaria. Come se fosse ipnotizzata dal proprio stesso gioco, specie nei 90' regolamentari fatica faticato molto ad avvicinarsi a Bounou. E poi le è mancata la precisione: 14 tiri verso la porta ed solo due nello specchio.
Non basta per smentellare le difese di un Marocco umile, attento, solido ed ordinato. Mai rinunciatario, va aggiunto, tanto da costruirsi le proprie occasioni senza lasciarsi intimidire. Si vede che quella del ct Regragui è una squadra composta in gran parte da gente che milita nei migliori campionati europei. Tra finale e supplementari c'è spazio anche per Walid Cheddira, capocannoniere della Serie B con la maglia del Bari, che si fa notare per un paio di sgroppate da centometrista e almeno altrettante occasioni da gol sprecate. In avvio la novità nella Spagna è Llorente come esterno destro della difesa. Una scelta non felicissima perché Boufal lo metterà spesso in difficoltà, finchè non dovrà uscire per infortunio. Formazioni a specchio, schierate con il 4-3-3 e concentrate in poche decine di metri. Il Marocco dà subito segno di non voler concedere nulla ai maestri del palleggio ed i primi affondi sulle gambe sono assai decisi. L'arbitro argentino Rapallini deve fischiare spesso. Si gioca prevalentemente sugli equilibri dei rispettivi centrocampo. I tocchi di Gavi, Busquest e Pedri contro l'aggressività di Ounhai, Amrabat e Amallah.
Il primo pericolo lo corre il Marocco, al 26', su un errore di Bounou che consente alla Spagna di recuperare palla. Poi il portiere rimedia, deviando miracolosamente contro la traversa la conclusione di Gavi. Pochi minuti ed il Marocco, su una palla persa in uscita dalla Spagna, impegna Unai Simon con il rasoterra di Mazraoui. Il finale di tempo vede la Roja in sofferenza: al 42' Aguerd, di testa, alza da ottima posizione il cross di Boufal. All'intervallo tanto possesso palla della Spagna, ma il Marocco è pronto a ripartire sfruttando una certa prevedibilità degli avversari. Nessun cambio al rientro. La punizione di Dani Olmo impegna Bounou, ma i tiri restano una rarità. Al 18' Enrique toglie Gavi e Asensio per Soler e Morata. Col passare dei minuti il Marocco si fa più prudente. Al 35' il tiro-cross rasoterra di Morata attraversa tutto lo specchio di porta, ma nessuno è pronto alla deviazione. E' l'ultima occasione della Spagna di evitare supplementari e rigori che le saranno fatali.