L'obiettivo della Germania ai Mondiali in Qatar è uno solo: cancellare l'onta subita in Russia, appena quattro anni orsono, quando uscì per la prima volta nella storia della manifestazione al termine del girone di qualificazione. Una macchia indelebile nel cammino ultradecennale della 'Mannschaft', fra Coppa Rimet (vinta una volta nel 1954) e Coppa del mondo Fifa (tre volte). Peraltro, la Germania è l'unica Nazionale europea - assieme alla Spagna (Sudafrica 2010) - ad avere vinto i Mondiali in un altro continente (Brasile 2014). Inserita nel girone assieme a Svezia, Messico e Corea del Sud, dunque in un raggruppamento ampiamente alla portata dei tedeschi, nell'ultime edizione del torneo iridato la Nazionale di Joachim Loew, che si presentava in Russia da detentrice del titolo mondiale conquistato a Rio de Janeiro, venne subito sconfitta dal Messico, in gol con il 'napoletano' Lozano. Dopo la risicata vittoria sulla Svezia, che aveva escluso l'Italia dalla fase finale 2018, per i tedeschi fu ancora più umiliante il 2-0 subito contro la Corea del Sud. Insomma, un disastro senza precedenti nella storia di una delle Nazionali più vincenti nella storia del calcio. La Germania arriva in Qatar con una fame di vittorie senza precedenti e con la voglia di cancellare l'umiliazione subita in Russia. La squadra, affidata ad Hans-Dieter Flick, ex tecnico del Bayern Monaco, ha conquistato nove vittorie e subito una sola sconfitta: 2-1 contro la Macedonia del Nord, poi vittoriosa anche contro l'Italia nella semifinale dei Playoff. Certo, avversari come la Romania, l'Armenia, l'Islanda, la stessa Macedonia del Nord, poi strapazzata in casa, e il Lichtenstein, non sono da considerare insuperabili. I tedeschi, però, non si sono concessi cali di tensione e, alla fine, si sono qualificati in pompa magna. Adesso, però, saranno chiamati a confermare il proprio valore. La Germania dispone di un parco giocatori polivalenti, che garantiscono a Flick un ventaglio di opportunità di scelta davvero enorme. Il ct preferisce affidarsi 4-2-3-1, con Manuel Neuer in porta, davanti a lui Lukas Klostermann a destra e David Raum sul versante opposto, al centro Antonio Rüdiger e Jonathan Tah. A centrocampo il duo del Bayern formato da Joshua Kimmich, un jolly imprescindibile, e Leon Goretzka garantisce quantità e qualità, ma i problemi sono in attacco, dove il centravanti Timo Werner sarà costretto a lasciare spazio ad altri causa infortunio. Ci sono tre trequartisti del calibro di Thomas Müller, Serge Gnabry e, salvo ripensamenti, İlkay Gündoğan nella Germania; quest'ultimo, in forza al Manchester City, potrebbe prendere il posto di Leroy Sané. Mancherà anche un asso assoluto del centrocampo come Toni Kroos che ha da tempo dato l'addio alla Nazionale, ma che nel Real Madrid continua a regalare perle di rara bellezza calcistica, a disegnare geometrie, parabole millimetriche per gli attaccanti. Contro la Spagna, i tedeschi vantano dei precedenti ai Mondiali, così come contro il Costarica (vittoria nel 2006); inedita, invece, la sfida contro i giapponesi. Il girone, Spagna a parte, è alla portata di una squadra 'condannata' a vincere.