La Svizzera ai Mondiali fa venire subito in mente l'Italia e la ferita ancora aperta della mancata qualificazione dei campioni d'Europa guidati da Roberto Mancini. Loro che, un anno e mezzo fa, nella fase a gironi di Euro 2020, la Svizzera l'avevano travolta con un 3-0 che stava perfino stretto, pochi mesi dopo nelle qualificazioni mondiali, contro una selezione rossocrociata che aveva cambiato tecnico (da Petkovic e Yakin) ma in buona parte era rimasta la stessa, erano stati incapaci di ripetersi, ottenendo soltanto due pareggi, 0-0 a settembre e 1-1 a novembre, con il rimpianto dei rigori falliti da Jorginho. Così al primo posto del gruppo C delle eliminatorie ha chiuso la squadra del ct Yakin, l'Italia è andata agli spareggi e con la Macedonia del Nord è finita con la più amara delle eliminazioni, un fallimento forse perfino peggiore di quello di quattro anni prima.
Buon per la Svizzera, la selezione dalle 19 nazionalità, il team più multietnico che ci sia, come del resto è un po' tutto il paese. Nella lista dei convocati per l'ultima sfida con l'Italia ben 15 dei 23 convocati avevano origini straniere, rappresentando quelli che in terra elvetica vengono chiamati 'secondos', ovvero svizzeri di seconda generazione. Nel caso della nazionale di calcio con radici che affondano quasi ovunque, dai Caraibi ai Balcani, dal Cile al Sud Sudan. Insomma un 'melting pot' che frutta risultati, e che ora, in terra qatariota, dovrà vedersela con Brasile, Serbia (sfida questa molto attesa) e Arabia Saudita, esito di un sorteggio che i media locali hanno definito pessimo. Per cercare di fare strada in questo che per gli elvetici sarà il 12/o Mondiale a cui prenderanno parte, Yakin farà ricorso al suo modulo più collaudato, il 4-3-3 per il quale conta su una difesa di solito molto solida, grazie al contributo di gente come Widmer, Akanji e il granata Rodriguez, su un centrocampo in cui spiccano la personalità del 'regista' Xhaka e la costanza di rendimento dell'ex atalantino Freuler e sul tridente offensivo in cui ancora si fa valere l'ex interista Shaqiri (ora in Mls con i Chicago Fire), mentre Embolo, 25enne originario del Camerun, si ispira a Eto'o e Balotelli e viene spronato dai tifosi, che lo amano, con un coro sulle note di "The Lion Sleeps Tonight", canzone per bambini utilizzata spesso nei cartoni animati ma in questo caso a fini calcistici. Curioso il fatto che per la federcalcio svizzera Embolo abbia prestato opera anche come impiegato, e lodevole il suo impegno nel sociale visto che ha dato vita a una fondazione con cui aiuta i rifugiati in Svizzera e bambini in Camerun e Perù, adoperandosi con le comunità con la costruzione di scuole. Yakin, invece, ha personalmente impacchettato il 9 chili e mezzo di cioccolato spediti alla federcalcio dell'Irlanda del Nord come ringraziamento per lo 0-0 dei verdi contro l'Italia del novembre di un anno fa. Quel risultato, parola del ct elvetico "è stato fondamentale per farci andare in Qatar".