Da terra di conquista per calciatori 'pensionati d'oro' a sorpresa mondiale. Gli Stati Uniti dell'era post Trump hanno strappato il biglietto per la coppa iridata in Qatar e stavolta non hanno intenzione di essere felici della sola partecipazione: la nazionale a stelle strisce guidata dal ct Gregg Berhalter appare più competitiva rispetto al passato, grazie ai molti giocatori in rosa che, nonostante la giovane età, hanno fatto il salto di qualità militando nei maggiori campionati europei. Gli Usa sono inseriti nel gruppo B composto da Inghilterra (che punta al primato del girone), Iran (e qui il confronto si tingerà dei colori politico-diplomatici sull'asse Washington-Teheran) e Galles.
Una rosa di tutto rispetto quella a disposizione di Berhalter, che non deroga mai dal 4-3-3, modulo con cui ha sempre schierato la sua nazionale. 49 anni, ex difensore, il tecnico dopo aver guidato alcuni club (partendo come assistente dai Los Angeles Galaxy) dal 2018 ha preso in carico la nazionale: e l'obiettivo minimo della qualificazione ai mondiali lo ha centrato. In bacheca anche l'oro alla Nations League della Concacaf nel 2020. Del suo gruppo il portiere titolare è Matt Turner, gioca in premier ed è il secondo dell'Arsenal. La difesa è guidata dal capitano Walker Zimmerman, classe '93. gioca tra le fila del Nashville. A difendere i colori statunitensi anche il milanista Sergino Dest, 22 anni, arrivato alla corte di Pioli in prestito dal Barcellona, comunque uno dei punti di riferimento della squadra americana.
Il centrocampo è però il fiore all'occhiello di questa squadra, con giocatori che hanno attraversato l'Oceano per trovare fortuna e conoscere il calcio del Vecchio continente. Come Tyler Adams, ex Lipsia ora sbarcato in Gran Bretagna per vestire la maglia del Leeds.
La stella è Weston McKennie, titolarissimo della nazionale Usa, volto noto della Serie A: il 24enne è centrocampista della Juventus, club con il quale - in tempi di magra per i bianconeri - ha vinto comunque una Supercoppa e una Coppa Italia. Con gli Usa invece la Nations League, di cui è stato eletto miglior giocatore. Del Leeds il trequartista di talent Brenden Aaronson, volato dagli Usa in Austria al Salisburgo, per poi approdare nell'eldorado del calcio inglese.
Tra i giocatori più in vista del gruppo americano c'è sicuramente Giovanni Reyna, classe 2002, passaporto portoghese, trequartista del Borussia Dortmund. E anche Christian Pulisic, origini croate: l’ala del Chelsea fa gola a molti top club: è nel mirino anche di Juve e Milan e la passerella mondiale potrà essere una buona vetrina proprio in vista del mercato di gennaio. IL 21 novembre l'esordio in Qatar con il Galles, poi lo scontro con l'Iran e infine l'Inghilterra, avversario con il quale gli statunitensi nei due precedenti ai mondiali non hanno mai perso: un pari nel 2010 in Sudafrica, una vittoria per 1-0 nel lontano 1950. Per gli Usa, che vantano 4 partecipazioni alla Copa America e altrettante in Confederation Cup, si tratta comunque della 11/a partecipazione ai mondiali (miglior piazzamento con il terzo posto nel 1930). Assenti nel 2018, gli Stati Uniti ora provano a sognare in grande: l'obiettivo è giocarsela con gli inglesi. Con l'incognita Iran che al di là del campo evoca la tensione che da quasi 70 anni c'è tra i due paesi. Tra sanzioni, boicottaggi e un inasprimento dei rapporti soprattutto sotto la presidenza Trump: ora la guerra tra Russia e Ucraina ha aggravato l'inimicizia. Il 29 novembre si troveranno in campo stavolta con un obiettivo comunque: il passaggio di turno.