L'ultima volta che il Galles ha giocato un mondiale la coppa l'aveva sollevata un certo Pelè. Sono dovuti passare 64 anni prima di ritrovare la nazionale dei Dragoni ai nastri di patenza del torneo iridato di calcio: in Qatar la squadra è volata prendendosi l'ultimo biglietto a disposizione, battendo al playoff l'Ucraina, per la quale mezzo mondo in verità faceva il tifo, perché vedere la nazionale di Kiev tra le partecipanti a Qatar 2022 sapeva di premio per un paese che da mesi combatte la guerra con la Russia.
E invece un autogol di Yarmolenko - beffa della sorte - ha spento i sogni dell'Ucraina e riportato al mondiale la nazionale gallese, tra le più antiche nella storia del calcio, con il suo esordio ufficiale nel 1876. Ai mondiali l'unica apparizione nel 1958, e questa seconda partecipazione è storica. Inserita nel gruppo B con Usa, Inghilterra e Iran, non ha certo i favori del pronostico. Ma la squadra guidata da Robert Page ha diversi giocatori che possono fare la differenza.
Il Galles gioca con il 3-4-3 con due esterni a tutto campo e un Gareth Bale che aspetta questo appuntamento da sempre. Il signor 100 milioni - il suo passaggio al Real Madrid resta uno dei più costosi della storia - con la maglia dei blancos ha vinto tutto: e alla sua folgorante carriera mancava proprio la partecipazione alla coppa del mondo. Desiderio esaudito per il 33enne di Cardiff, volato negli States per il finale di carriera: e proprio con gli Usa dovrà vedersela il Galles il 21 novembre. La squadra capitanata da Bale ha una formazione tipo con Ward tra i pali, nella difesa a tre Ampadu (la scorsa stagione al Venezia), insieme a Rodon e Ben Davies. Sugli esterni il ct punta su Roberts e Neco Williams (uno dei giovani talenti emergenti), mentre al centro non manca la qualità con Allen e Aaron Ramsey (anche lui, una conoscenza della Serie A). In attacco insieme a Bale - talismano di questa squadra - Kieffer Moore e Daniel James: proprio quest'ultimo, da molti definito il nuovo Bale, 24 anni è un altro su cui sono accesi i riflettori internazionali. Del resto su di lui grandi club hanno investito fin da giovanissimo: passaggio allo United per 15 milioni con una sola stagione in Premier alle spalle. "Non è un centravanti puro - dice di lui il ct Page -. Però è un giocatore talentuoso e con doti di corsa incredibili che può concludere l’azione in prima persona o creare situazioni pericolose a vantaggio dei compagni. Sa anche come dare profondità alla squadra, trascinando dietro di sé i difensori avversari e creando così spazio nel mezzo a disposizione dei nostri giocatori più creativi”. Potrebbe partire dalla panchina Brennan Johnson, 21 anni, attaccante definito da Page il futuro del calcio gallese. Il presente sono i mondiali che i Draghi Rossi ritrovano dopo 64 anni.