L’obiettivo è chiaro: il Messico arriverà in Qatar con l’imperativo di superare gli ottavi di finale, cosa che non gli riesce da 36 anni, quindi dai Mondiali che ospitò in casa nel 1986 e che videro il trionfo dell'Argentina di Diego Maradona. Proprio l'Albiceleste sarà una delle rivali del 'Tri' nella prima fase, e per il ct dei messicani Gerardo 'Tata' Martino sarà una sfida davvero speciale, in quanto è argentino e la nazionale del suo paese lui l'ha anche allenata, lasciandosi dietro qualche rimpianto.
Intanto c'è da sfatare la maledizione creata dalle sette eliminazioni consecutive agli ottavi di finale dei Mondiali. Nel 2018, in Russia, fu il Brasile a rmandare a casa troppo presto i messicani e fu una delusione cocente perché quel torneo era cominciato molto bene, con il successo contro i campioni in carica della Germania.
Questa volta, invece, il Messico si è qualificato per il Qatar dopo un percorso accidentato, chiudendo il girone finale delle qualificazioni Concacaf alle spalle del sorprendente Canada, ma a scatenare le critiche sono stati soprattutto il rendimento in campo, con un gioco ritenuto noioso, e alcune scelte di Martino. Ma il 'Tata', nonostante le tempeste mediatiche, ha ottenuto ugualmente la qualificazione, e alla fine è ciò che conta, in attesa dell'auspicato cambio di marcia. Proprio il peso di questa aspettativa potrebbe condizionare 'El Tri' in Qatar, dove fa parte di un girone che, oltre all'Argentina, comprende un'altra rivale insidiosa come la Polonia di Lewandowski e l'incognita Arabia Saudita.
In ogni caso, anche in Qatar Martino proporrà il suo classico 4-3-3 e si affiderà a elementi che considera fondamentali come il veterano (37 anni) Guillermo Ochoa, portiere che giocherà il suo quinto Mondiale e si esalta quando difende i pali della nazionale, e Andrés Guardado, centrocampista che gioca in Spagna e sarà anche lui al quinto Mondiale: esordì, a 19 anni, in quello tedesco del 2006. La sua presenza è fondamentale non solo in campo, ma anche per fare spogliatoio. Dopo i Mondiali lascerà la nazionale di cui, durante il torneo, batterà il record di presenze Oltre ai due leader carismatici Ochoa e Guardado, Martino si affiderà al suo bomber, o presunto tale, Raul Jimenez, 31enne del Wolverhampton che a causa di una frattura al cranio patita nel novembre 2020, in uno scontro di gioco con David Luiz, ha faticato a ritrovare i livelli di rendimento per lui abituali. Ed è anche a causa dei suoi gol che scarseggiavano che il Messico nelle qualificazioni ha faticato più del previsto. Ma Jimenez è certo di riprendersi e in avanti conta sulla collaborazione, e gli assist, del Chucky' Lozano, che a Napoli conoscono bene e che in patria è un idolo, perché quando è in forma diventa un giocatore capace di spostare gli equilibri e di bucare qualsiasi difesa con la sua rapidità. Titolare fisso da quando c'è Martino, su Lozano graverà il peso delle ulteriori responsabilità che gli arriveranno dal fatto che accanto non avrà Jesùs 'Tecatito' Corona, altro suo partner abituale, per il quale la possibilità di andare al Mondiale è sfumata lo scorso agosto a causa di un brutto infortunio ( frattura del perone e dei legamenti deltoidei della caviglia sinistra) durante un allenamento con il Siviglia. Un duro colpo, questo, per la voglia di quarti di finale di un Messico che comunque venderà cara la pelle.