Un ct in carica solo dal 31 gennaio e che ha studiato a lungo gli schemi di Marco Giampaolo. Czesław Michniewicz è la guida tecnica della Polonia da quando Paulo Sousa lasciò all'improvviso la guida delle Aquile per trasferirsi a Rio de Janeiro, sedotto dalle proposte di quel Flamengo che dopo un paio di mesi lo ha cacciato. Così ora ai Mondiali va Michniewicz, soprannominato 'Cesare', dopo che è sfumata la possibilità, a lungo accarezzata dai dirigenti polacchi, di ingaggiare Fabio Cannavaro.
Caratteristica del ct della Polonia è che viene spesso in Italia, dove giocano tanti dei suoi uomini, e dove ci sono tecnici che a lui piace 'studiare', con una particolare predilezione, si diceva, per le teorie di Giampaolo. Tra coloro che ha voluto incontrare, per una colazione a piazza del Pantheon, c'è stato il romanista Zalewski "che se ci schieriamo anche noi con la difesa a tre è perfetto per le mie idee di gioco, e in quella posizione". Che poi sarebbe quella di 'quinto' a sinistra, solo che ora il polacco di Tivoli non sempre è titolare nella Roma, visto che Mourinho gli preferisce Spinazzola. Ma a Michniewicz va bene lo stesso, e rimane un estimatore del ragazzo cresciuto nelle giovanili romaniste. Di lui e di altri astri nascenti del calcio della Polonia, come Kiwior difensore dello Spezia, Kaminski che è un 2002 del Lech Poznan sul quale ha messo le mani sopra il Wolfsburg, Bogusz, un 2001 che stava al Leeds e ora gioca in prestito nell'Ibiza (serie B spagnola), e Grabara, portiere di 23 anni del Copenhagen. Per quest'ultimo, però, la concorrenza è agguerrita, a causa dei tre 'italiani' Szczesny, Skorupski e Dragowski. Ma il settore in cui il ct si ritiene maggiormente a posto è quello dell'attacco, con Lewandowski, Milik e anche il pistolero Piatek, alle spalle dei quali agirà come sempre il 'napoletano' Zielinski, altro elemento ritenuto fondamentale.
Del suo allenatore in nazionale parla sempre bene Lewandowski, uno che, quando serve, non ha problemi anche a criticare. Ma non in questo caso: "per 'Cesare' - dice il bomber - non è stato facile, è arrivato poco prima dei play off e non ha avuto molto tempo per lavorare. Ma è stato bravo, perché si è mostrato per quello che è. È un uomo sincero, di personalità, e i suoi messaggi ci raggiungono in pieno. Quando ci parla, ci chiede di essere uniti, e questo ci ha aiutato a raggiungere il Mondiale". L'obiettivo è stato centrato, ora conta soprattutto che 'Lewa' continui a segnare come ha fatto nelle qualificazioni, durante le quali ha realizzato 9 reti in altrettante partite, tra cui una fondamentale nel play-off contro la Svezia. Ma questo sembra non condizionare l'asso del Barcellona. "So bene che, a ogni gol che segno, a ogni trofeo che vinco - le parole di Lewandowski in prospettiva Qatar -, le aspettative nei miei confronti crescono. Indipendentemente da come giochiamo e da cosa ognuno di noi deve fare in campo, tutti da me si aspettano i gol, ma non ho paura di andare per la mia strada. La squadra ha un ottimo potenziale, ora vedremo se saremo in grado di sfruttarlo al massimo in Qatar".