Dopo i fasti d'inizio millennio, contrassegnati dai ripetuti successi e dall'esplosione di quella magnifica nidiata di campioni provenienti per lo più dal Barcellona, la Spagna punta a ritrovare la strada del successo, o comunque ad andare avanti il più possibile in un Mondiale che rappresenta una novità assoluta.
La 'Roja' di Luis Enrique spera di poter stupire ancora, dall'alto di un parco calciatori di assoluto livello. Magari si tratta di talenti un po' acerbi, le cui capacità sono ancora tutte da scoprire, ma lo spettacolo e il divertimento sono garantiti. “Facile affrontare subito la Germania - disse il ct delle 'Furie rosse', nel giorno del sorteggio dei gironi eliminatori di Qatar 2022 -. Sarà bello, è uscito fuori un grande girone, con una rivale importantissima (la Germania, ndr). Ci divertiremo di sicuro. Essere al Mondiale è già un premio e continueremo a confidare nelle nostre qualità, nel nostro stile di gioco e nelle idee che portiamo avanti. E' importante divertirsi ed essere ottimisti”. La giovane età della rosa è considerata una variante abbastanza relativa, che Luis Enrique non prende molto in considerazione. "Sinceramente non penso alla loro età, ma al fatto di avere creato un gruppo composto sia da veterani che da giovani umili, di talento, vogliosi di conquistare il mondo”. Il talento in Paradiso, dunque. La Spagna può arrivare ovunque o, se il bicchiere dovesse risultare mezzo vuoto, andare incontro a una catastrofe sportiva. Il girone, assieme a Germania, Giappone e Costarica, può riservare diverse sorprese: gradite e non. Non si tratta comunque di sfide da sottovalutare. A chi dice l'età media della squadra è bassa, 'Lucho' risponde che 26 anni "non sono pochi per un calciatore". Ma c'è da considerare che ultratrentenni come Azpilicueta, Carvajal, Jordi Alba, Koke, fanno sempre parte della squadra. Però, di contro il diciottenne Gavi e il diciannovenne Pedri rappresentano il futuro. Sono loro due, assieme ad Ansu Fati, che di anni ha solo uno un più (20), gli elementi in grado di stupire a questi Mondiali qatarini. Talento, forza, velocità, fantasia e capacità realizzative sono i tratti somatici che li contraddistinguono. La loro freschezza, la straordinaria esuberanza in campo si mischiano con l'esperienza di alcuni big che hanno scritto pagine di storia nel Real Madrid così come nel Barcellona, vincendo a più riprese la Liga e la Champions League. Il 'tiki taka' di Guardiola, e la relativa trasposizione nella 'Roja', prima da parte di Luis Aragones e successivamente riproposta da Vicente Del Bosque, hanno portato due successi all'Europeo (2008 in Austria e Polonia, 2012 in Svizzera e Ucraina), ma anche uno ai Mondiali (2010) in Sudafrica. La Spagna è stata la prima Nazionale europea a vincere il torneo iridato in un altro continente: quello africano. In seguito, nel 2014, anche la Germania sarebbe riuscita nell'impresa di imporsi fuori dall'Europa: in Brasile. Non può essere considerato un dettaglio storico di poco conto.