Amici per una notte, con le bandiere tricolori e le maglie blu a saltare insieme di gioia sugli Champs-Elysées. Il Marocco ha scritto la storia, la Francia ha confermato la sua striscia vincente. A Parigi, insieme, i tifosi francesi e i tanti giovani discendenti dell'immigrazione dal Marocco di oltre mezzo secolo fa, hanno festeggiato per una notte. Mercoledì, ognuno tornerà a difendere i suoi colori: "Forza Marocco - si esalta la scrittrice franco-marocchina Leila Slimani - la nazionale gioca non solo per il proprio paese, ma per tutto il continente africano".
Erano in 20.000 ieri sera e fino a tarda notte sulla più famosa delle avenue francesi, fra l'Arco di Trionfo e place de la Concorde, con le bandiere francesi e marocchine sulle spalle, con le maglie di Mbappé o Hakimi, molti abbracciati proprio come farebbero i due atleti, entrambi in forza alla squadra di casa, il Paris Saint-Germain, e molto amici nella vita di tutti i giorni.
I francesi cantavano "e una, e due, e tre stelle", sul ritornello che risuonava sugli stessi Champs-Elysées di 24 anni fa, quando i Bleus misero piede per la prima volta nel club dei vincitori della coppa del mondo battendo con 3 gol ("et un, et deux, et trois..."). I marocchini, "Leoni dell'Atlante", sono gli eroi del momento e sui 2 chilometri di avenue c'erano tanti "vicini" del Marocco che quel risultato - arrivare fra i primi 4 del mondo - lo hanno sognato e sfiorato: i camerunensi a Italia 90, il Senegal nel 2002, il Ghana nel 2010. Adesso tifano tutti per loro, i "Leoni": "Sono fiera del mio paese, e non solo - dice al Journal du Dimanche la Slimani, 41 anni, nata a Rabat e premiata in Francia con il più prestigioso riconoscimento letterario, il Goncourt, per il romanzo "Ninna nanna" - ho ricevuto messaggi dai miei amici ruandesi, senegalesi, maliani...il Marocco non gioca soltanto per il Marocco, ma per tutto un continente".
Sono antichi e strutturati i rapporti tra Francia e Marocco, i due paesi non hanno avuto un passato comune doloroso e sanguinoso come la guerra d'Algeria. In Francia gli immigrati si contano in 755.000 unità, ma sono oltre 1 milione 300.000 i discendenti, almeno di seconda generazione, della cosiddetta "diaspora marocchina", il secondo gruppo etnico di immigrazione dopo gli algerini. Sono in gran parte a Parigi, nella banlieue, ma anche in Normandia, e in molte altre città. In vista della sfida di mercoledì sera in semifinale, quando le bandiere non sventoleranno più insieme ma ognuna nella propria "curva", la prefettura sta studiando un piano di prevenzione di incidenti.
Parigi sarà certamente blindata, già ieri sera erano stati schierati 1.220 fra poliziotti e gendarmi in una serata assolutamente festosa, macchiata soltanto dai soliti tafferugli che a Parigi si verificano a manifestazioni di ogni genere, essenzialmente lanci di oggetti contro le forze dell'ordine che rispondono con cariche per disperdere i gruppetti di facinorosi.
La serata si è conclusa con un centinaio di fermi (altri 70 nel resto della Francia), di cui 80 sono stati poi identificati in commissariato. Venti erano minorenni. Per qualcuno, anche l'accusa di violenza contro pubblico ufficiale e danneggiamenti.
Per questo, si prevede che le autorità schierino a Parigi e nelle principali città, un dispositivo imponente così da evitare per quanto possibile scontri, violenze e successivi atti vandalici durante la notte. La capitale sarà blindata, forte la presenza di agenti anche nelle altre principali città o comuni in cui è segnalato forte rischio che tifosi del Marocco e della Francia si ritrovino insieme davanti a maxischermi o in locali pubblici a seguire la semifinale sulla quale, all'inizio, in pochi avrebbero scommesso.