Spopola sul web e in tv, tanto da essere ormai diventato un tormentone in tutto il Sudamerica.
"Que miras bobo? Anda pa'alla, bobo" - tradotto "Cosa stai guardando, idiota? Vai lì, scemo" - è l'invettiva di Lionel Messi rivolta in zona mista, davanti alle telecamere, all'attaccante olandese Wout Weghorst dopo la qualificazione dell'Argentina contro l'Olanda ai rigori. Adesso è un fenomeno virale in Argentina, ma non solo.
La prima a rilanciare la frase è stata Antonella Roccuzzo, moglie dello stesso Messi, in un video all'uscita dallo stadio.
Poi "Que miras bobo" ha fatto il giro del mondo, in pochissimo tempo.
Il primo a riprendere l'insulto e a metterlo in musica è stato il deejay aLee DJ (quasi 40.000 iscritti sul suo canale Youtube), autore di un remix elettronico che in tre giorni ha avuto più di 100.000 visualizzazioni. Ci hanno provato anche altri, ma il premio dell'originalità va ai musicisti Juli Burgos, Mariano Vega e Franco Giaquinta per una versione drum&bass.
Lo sfogo di Messi ai microfoni di TyC sports è diventato anche un business: online si trovano già le tazze con l'immagine del campione argentino che insulta l'avversario (prezzo 1.600 pesos, ovvero circa 9 euro). Poi ci sono le magliette con vari disegni (da 16 euro), cappellini (da 22 euro) e persino il mate (recipiente per la bevanda tradizionale argentina).
Intellettuali e giornalisti si sono anche concentrati sulle parole di Messi, sottolineando che ha utilizzato termini obsoleti e moderati: gli argentini avrebbero preferito insulti più pesanti rispetto a "bobo".
E' invece tornato a casa, "cacciato" dall'organizzazione dei Mondiali, Geronimo 'Momo' Benavides, speaker dell'Argentina che prima delle partite annunciava le formazioni e incitava i tifosi: un breve video alla fine della partita con l'Olanda, nel quale rivolge pesanti insulti agli avversari dell'Albiceleste e accusa la Fifa, è finito sui social e non è passato inosservato.