E anche stavolta è stata festa con la Cancelliera Angela Merkel. Dopo essersi fatta vedere nella prima partita, quella di Salvador in cui il 'Wunder Team' travolse il Portogallo, da supertifosa della nazionale il capo di governo tedesco ha voluto celebrare il trionfo di Rio con i calciatori della Germania. I quali, dopo aver fatto i giri di campo con la Coppa in mano, hanno portato il trofeo negli spogliatoi del Maracanà per le foto di rito, assieme allo staff tecnico e, appunto, alla Merkel, che si è prestata volentieri per vari 'selfie', con Podolski, Khedira, Hoewedes e altri. C'è stato anche un brindisi generale, in cui la parte del leone l'ha fatta la birra messa a disposizione da uno degli sponsor della Fifa. Le foto della squadra con la Coppa e con la Merkel sono poi state postate dalla federcalcio tedesca sui social network, con la didascalia "la Cancelliera sta festeggiando con i campioni del mondo". La Merkel si è fatta fotografare anche abbracciata a Miro Klose e i figli dell'attaccante tedesco, mentre Goetze, l'autore del gol della vittoria e quindi del 'Mariocanazo', posava con il trofeo in mano e vestito con la maglia della Germania già con le quattro stelle e lo scudetto dorato di campioni del mondo. Podolski, uno dei più scatenati sia nei festeggiamenti che poi sulle reti sociali, trovava perfino il tempo di tornare sul campo del Maracanà per assaporare ancora un attimo di atmosfera carioca e "dare quattro calci" assieme al suo bambino. In contemporanea a tutto ciò, il Cristo Redentore del Corcovado veniva illuminato con i colori della bandiera tedesca, quasi a voler testimoniare che la conquista in terra brasiliana è stata totale. Un paio d'ore dopo, però, l'orgoglio nazionale ha ripreso il sopravvento e la grande statua che guarda dall'alto la Città Meravigliosa e tutta la baia di Guanabara è tornata a tingersi di giallo e verde, mentre i giocatori tedeschi neo-campioni del mondo continuavano la loro festa con moglie, fidanzate e figli (peraltro con loro anche nel ritiro di Campo Bahia a Santa Cruz Cabralia) nell'albergo della squadra nella zona sud di Rio dove hanno alloggiato prima della finale. Canti come "Die nummer eins der welt. Sind wir!" ("siamo i numeri uno del mondo") sono andati avanti fino all'alba. Al tecnico Joachom Loew, detto 'Jogi', è toccato il compito di spiegare i segreti di questo successo, e del bel calcio giocato dalla sua squadra nel corso del Mondiale, a conferma che il calcio tedesco attualmente scoppia di salute e può permettersi di vincere un Mondiale pur perdendo tre giorni prima della partenza un asso come Marco Reus. "Questo titolo è il risultato di un lavoro durato dieci anni - ha detto il ct, ancora visibilmente felice -: il nostro progetto è nato dal fallimento nell'Europeo del 2004. Ci abbiamo sempre creduto e ci siamo impegnati a fondo. Ci ha aiutato anche il lavoro nei nostri club di tecnici come Heynckes, Klopp e Guardiola, e questo per molti è il coronamento di un ciclo: penso a Klose, Schweinsteiger, Podolski e Lahm che giocano insieme da dieci anni. Abbiamo sempre fatto vedere un buon calcio ma solo i vincitori vengono ricordati e questa nazionale meritava un titolo: ora siamo la prima nazionale europea a vincere in Sudamerica, e per di più a Rio e in Brasile, nel paese del calcio. E' meraviglioso, e ne siamo orgogliosi, perchè abbiamo rappresentato al meglio in un altro continente 80 milioni di tedeschi. Prima della partita ho detto ai miei che dovevano dare ancora di più del solito e ci sono riusciti, contro una rivale particolarmente 'scorbutica'". "Cosa ho detto in particolare a Goetze quando è entrato? - ha raccontato Loew - Gli ho detto che doveva far vedere al mondo che è meglio di Messi e decidere questa finale, perchè aveva le capacità per farlo. Io avevo buone sensazioni su di lui, e per questo l'ho mandato in campo. Non mi sbagliavo, perchè Goetze può giocare nella posizione che vuole, è un ragazzo meraviglioso e ha qualità tecniche superiori". Adesso se ne sono accorti tutti, non solo il Bayern Monaco che per strapparlo al Borussia Dortmund lo ha strapagato.
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