Il cammino della Nazionale statunitense verso la fase finale del Mondiale brasiliano è stato meno tortuoso del previsto. Grazie soprattutto alla posizione nel ranking della Fifa, che ha permesso alla squadra guidata da Juergen Klinsmann di partire dal terzo turno, dove si è dovuta confrontare in un girone piuttosto agevole, pure troppo, per testare le proprie reali ambizioni: contro Giamaica, Guatemala e Antigua Barbuda, i giochi erano praticamente fatti. Solo un terremoto avrebbe potuto sbarrare la strada agli Usa, invece è stata una passeggiata di salute.
La Nazionale a stelle e strisce - e non poteva quindi essere altrimenti - ha chiuso la classifica al primo posto; solo nel quarto turno, per via della presenza di squadre di ben altro lignaggio, come Costa Rica, Honduras, Messico, Panama e Giamaica, il livello di competizione si è alzato, senza per questo precludere la qualificazione agli Usa. Che, dopo gli ottavi di finale ottenuti in Sudafrica, quattro anni fa, in Brasile cercheranno di migliorarsi, magari con il sogno di ripetere la qualificazione ai quarti conquistata in Corea del sud-Giappone, nel 2002.
L'impresa si annuncia disperata per gli yankee, che sono inseriti in un girone a occhio e croce senza storia, visto che le corazzate Germania e Portogallo non dovrebbero avere problemi di sorta a proseguire il cammino iridato. Klinsmann dispone di un gruppo esperto e affidabile, ma non mancano le carenze nel reparto arretrato, che vengono compensate da una maggiore completezza in avanti. Giocatori come l'ex romanista Bradley e Dempsey, che hanno maturato esperienze importanti, garantiscono una certa solidità, ma i problemi semmai sono altri. Grande assente della spedizione statunitense in terra brasiliana sarà Landon Donovan ritenuto il giocatore più rappresentativo: la sua esperienza si sarebbe miscelata alla perfezione con la freschezza e l'irruenza del giovanissimo attaccante Jozy Altidore, che gioca nel Sunderland, dopo essere esploso a suon di gol nell'Az Alkmaar, in Olanda. E' stato lui a realizzare alcuni centri decisivi nelle sfide di qualificazione ai Mondiali.
Per il ct Klinsmann, uno che di attaccanti se ne intende parecchio, si tratta del secondo Mondiale vissuto dalla panchina, dopo avere guidato la Germania nel torneo iridato perso in casa nel 2006. Ha vinto una Gold cup, ma questo potrebbe non bastare a trovare la strada giusta per gli ottavi di finale in Brasile. Solo un miracolo può permettere, infatti, agli statunitensi di andare al di là dei prevedibili gol di Cristiano Ronaldo e della cifra tecnica complessiva della Germania, che Klinsmann ha ben presente. Sarà curioso vederlo nel derby contro il suo ex vice Loew e contro la sua ex squadra. Una sfida nella sfida che aggiunge pepe a un girone che promette scintille, anche per via della presenza del Ghana.