La Colombia ha staccato il biglietto per i Mondiali in Brasile come seconda classificata del suo girone alle spalle della corazzata Argentina. Ma soprattutto grazie alle reti di Radamel Falcao, il grande assente in di questo mondiale. Decisivo è stato anche l'avvicendamento sulla panchina fra Leo Alvarez e l'argentino Josè Pekerman, dopo il ko casalingo contro l'Albiceleste.
Era il 6 gennaio 2012 e, da quel momento, la Colombia è stata come un rullo-compressore, conquistando cinque vittorie di fila. La Nazionale dei 'Cafeteros', come vengono simpaticamente chiamati i colombiani, in Brasile può essere considerata una vera e propria mina vagante, a prescindere dai precedenti nelle competizioni iridate, dove spicca solo la conquista di un ottavo di finale a 'Italia '90': era la Nazionale di Francisco Maturata, che schierava l'eccentrico Higuita in porta e il pittoresco Valderrama come fantasista. La Colombia buttò via la qualificazione ai quarti, giocherellando con il Camerun di Roger Milla, che la punì severamente, prima di essere a sua volta beffato dall'Inghilterra nei quarti. Ma quella è un'altra storia.
Il talento, la cifra tecnica, le individualità di questa squadra, nel complesso, sono più elevate di quella di allora. Stesso discorso per l'esperienza maturata dai colombiani nei campionati di tutto il mondo, a partire da quello italiano, dove i vari Zapata, Yepes, Zuniga, Cuadrado, Guarin, sono pedine inamovibili. A loro si aggiungono Jackson Martinez e Bacca. Insomma, la Colombia è un'avversaria da evitare: non potranno farlo Costa d'Avorio, Giappone e Grecia, che se la sono ritrovata nel Gruppo C e saranno costrette a trovare adeguate contromisure. Il ct Pekerman, ex selezionatore dell'Argentina, ha segnato la svolta, dopo essere subentrato ad Alvarez. Abituato a lavorare con i giovani, non a caso ha portato a casa tre Mondiali Under 20 con la Seleccion, è riuscito a restituire i giusti equilibri a una squadra votata all'anarchia tattica, miscelando esperienza e freschezza atletica di alcuni elementi di spiccata personalità.
L'unico limite della Colombia, infatti, non è tecnico, ma è legato a un collettivo non sempre omogeneo. Pekerman è riuscito a inculcare l'idea di squadra, a trasmettere concretezza e solidità alla 'sua' formazione, senza rinunciare alla fantasia, messa al servizio della causa. I numeri, del resto, sono dalla sua parte e la Colombia casomai dovrà badare più a se stessa, alle capacità di adattamento a una manifestazione particolare come il Mondiale, piuttosto che agli avversari. Se certi elementi sono messi nelle condizioni di rendere al massimo, allora si fa dura, ma per gli avversari. Il resto dipenderà da altri fattori. Gli eccessi degli anni '90 sono ormai un ricordo sbiadito e anche sinistro, come la tragedia del difensore Escobar, che al ritorno in patria venne ucciso per avere agevolato il successo degli Usa con un autogol, l'affidabilità di questa squadra è di un altro livello e non è un caso se ha preceduto Nazionali come Uruguay e Cile, nel girone di qualificazione. La Colombia è probabile che sia pronta a eguagliare il record di 'Italia '90', approdando negli ottavi, dove potrebbe affrontare una fra Italia, Inghilterra e Uruguay.