Sven Goran Eriksson, nel 2010, regalò solo un'illusione alla Costa d'Avorio, dopo essere stato ingaggiato appositamente per guidare la Nazionale ivoriana nella fase finale del Mondiale in Sudafrica. Inseriti in un girone di ferro, al fianco di corazzate come Brasile e Portogallo, si sapeva che le chance di passare il turno, per Drogba e compagni, sarebbero state davvero minime.
In Brasile le cose potrebbero andare meglio, soprattutto se verranno confermati i valori realizzativi (e tecnici) di alcuni elementi di elevata caratura internazionale, come lo stesso 'Re leone' Didier o Gervinho, che ha fatto le fortune della Roma di Garcia.
E' la terza volta che la Costa d'Avorio partecipa a una fase finale della Coppa del mondo: la prima in Germania, nel 2006, poi l'esperienza in Sudafrica e adesso il Brasile, nel girone che comprende Grecia, Colombia e Giappone.
Gli ivoriani non nascondono le proprie ambizioni di conquista di un ottavo di finale, che rappresenterebbe un traguardo storico per tutto il paese. Sulla panchina degli 'Elefanti' siede una vecchia conoscenza del calcio italiano, come lo era del resto Eriksson: si tratta di Sabri Lamouchi, ex centrocampista di origine francese ma con passaporto tunisino, che in Serie A ha giocato con Inter, Parma e Genoa, fra il 2000 e il 2005. Dal 28 maggio 2012, Lamouchi, che vinse la Coppa Italia con il Parma nel 2002, guida la Costa d'Avorio: non ha precedenti esperienze come ct, ma confida su un'ampia visione delle cose calcistiche, che lo ha portato a trasmettere agli ivoriani una palpabile impronta tattica.
Non a caso, la Nazionale verdearancio è considerata la migliore espressione del calcio africano, grazie anche ad alcune formidabili individualità. Elementi come Didier Drogba, capitano e anima della squadra, sicuramente il giocatore più esperto a disposizione del ct, incutono rispetto e timore insieme. Ne sanno qualcosa i due centrali azzurri, Chiellini e Bonucci, che lo hanno sofferto non poco in occasione del doppio confronto di Champions fra Juventus e Galatasaray.
E che dire del metronomo Yaya Tourè del Manchester City, quarto giocatore più pagato in Europa nel 2012, di cui il Barcellona si è liberato con eccessiva superficialità. O di Gervinho, che ha letteralmente sedotto una tifoseria dal palato fine come quella romanista ? Al centro della difesa, tra gli altri, spicca Kolo Tourè, fratellone di Yaya, attualmente in forza al Liverpool, elemento affidabile ed esperto. I risultati parlano chiaro e vengono supportati anche da alcuni segnali che giungono dalle amichevoli premondiali.
Un esempio ? Il 2-2 conquistato dagli ivoriani in casa del Belgio di Hazard e del lungo portiere Courtois la dice lunga sulle capacità degli 'Elefanti' di ritagliarsi un posto fra le grandi. La Costa d'Avorio in genere gioca con un 4-2-3-1, che prevede Gervinho, Yaya Tourè e Kalou (ex Chelsea) alle spalle di Drogba. Non male, per una squadra con poca storia, ma tanta sostanza.