Stavolta l'orgoglio inglese e il sentimento di essere sempre la casa madre del calcio segnano il passo. In casa inglese, la prima nazionale che affronterà gli azzurri, il 14 giugno a Manaus, l'unico che ha voglia di continuare a fare lo spaccone è il vecchio Roy Hodgson, 66 anni. Gli altri, dopo tante dure lezioni, sfoggiano soltanto umiltà. Nel dopo-Capello, che è diventato via via anche il dopo-Terry, e il dopo-Cole, dilaga il pessimismo. Di campioni restano Rooney e i "vecchi" Gerrard e Lampard.
Theo Walcott è stato fatto fuori da un infortunio mentre Jack Wilshere ha recuperato in tempo. Ma le "sparate" di Hodgson, che ha continuato a vantare la bellezza del suo calcio offensivo, non hanno trovato riscontro nella realtà: poco gioco e soprattutto poco spettacolo. C'è poi la grande incognita del morale di capitan Gerrard, già in fase calante e con una stagione dalla quale esce distrutto dal suo Liverpool, raggiunto e superato dal Manchester anche per quel suo clamoroso errore che ha fatto il giro del mondo: "è chiaro che non facciamo parte dei favoriti - ammette Gerrard - ne siamo coscienti.
E' evidente che ci sono formazioni superiori. Ma dobbiamo affrontare il mondiale credendo nelle nostre possibilità e giocandoci fino in fondo le nostre carte. Bisognerà dare il massimo". Parole distanti anni luce dalla spavalderia dell'Inghilterra di Fabio Capello, che in Sudafrica avrebbe dovuto spaccare tutto e che invece s'è infranta agli ottavi contro la corazzata Germania con quel 4-1 (ma dopo il gol regolare annullato a Lampard) che ancora brucia.
Insomma, i mugugni sono aumentati mese dopo mese, raggiungendo il top dopo l'ultima amichevole vinta a Wembley contro la Danimarca. In parecchi notano però che il trend è talmente diverso da quello che accompagnò i presunti invincibili di Capello, che forse vale la pena pensare positivo, almeno a un'Inghilterra-rivelazione.
In difesa la coppia centrale Cahill-Jagielka sembra intenzionata a non far troppo rimpiangere Terry e Ferdinand, il centrocampo è fatto di valori sicuri anche se all'ultimo Hodgson ha rinunciato a Carrick. E in attacco - accanto al sempreverde Rooney - tutti gli occhi sono puntati su Daniel Sturridge, che tutta l'Inghilterra spera mantenga le grandi promesse.