''Ja ja ja ja vamos Roja''. E' il grido dei tifosi di una nazionale che va forte, quel Cile che corre veloce ed esalta la sua 'Hinchada'. I supporter sono fieri dei ragazzi del ct Jorge Sanpaoli e sognano ad occhi aperti. Sanpaoli è un piccoletto che si muove a scatti ed è considerato l'erede del connazionale argentino 'El Loco' Bielsa al quale è succeduto in panchina dopo l'interregno dell'ex oggetto misterioso milanista Claudio Borghi, cacciato dopo la nona partita delle eliminatorie. Come Bielsa, Sanpaoli ama il calcio offensivo e comanda con piglio sicuro la nazionale che rappresenta il paese primo produttore al mondo di rame, e terzo per vino e salmone.
Fin dai tempi di Jorge Toro al Modena, e poi di Zamorano e Salas, il Cile esporta anche calciatori, ma da quando il Napoli ha acquistato Edu Vargas anche qui il calciomercato è diventato un affare multimilionario. Non era successo neppure con Arturo Vidal dal Colo Colo al Bayern Leverkusen e Alexis Sanchez dal Cobreloa all'Udinese. Ora i due si fanno ammirare rispettivamente nella Juventus e nel Barcellona, e incarnano aspirazioni e desideri calcistici dei loro connazionali, nella speranza che pur essendo capitato in un girone con Spagna e Olanda il Cile in Brasile non reciterà da comparsa. Avesse qualche 'marcantonio' in difesa potrebbe arrivare lontano, intanto si giocherà tutto nelle prime due gare del girone contro l'Australia a Cuiabà e con la Spagna al Maracanà.
A cambiare il corso delle cose è stato il 'comandante' Bielsa, amato al punto che in Cile gli hanno intitolato uno stadio, il resto lo hanno fatto Sanpaoli e la naturale inclinazione della gente cilena verso lavoro, disciplina, e rispetto di regole e gerarchie. A Santiago si dice che ''si vive per costruire'', che nella vita di tutti i giorni si traduce in due settimane all'anno di vacanza e dieci ore giornaliere di lavoro. Nessuno si lamenta, perchè il dovere viene prima di tutto, anche se Vidal e altri si sono fatti pizzicare, in occasione di una partita della nazionale, in un'uscita notturna non autorizzata dal tecnico.
E attenzione anche al portiere Johnny Herrera, che a marzo è stato arrestato per guida in stato di ebbrezza e senza patente. Il marchio di fabbrica del Cile è il modulo 3-3-1-3 fatto di verticalizzazioni e deviazioni repentine, che fece già la fortuna dell'Universidad de Chile, team che quando c'era Sanpaoli era stato soprannominato 'il Barcellona del Sudamerica'. Lo spettacolo è assicurato, ma ancora non si riesce a trovare soluzioni adeguate per i problemi difensivi. Per ovviare il ct ricorre a Gary Medel, un 'pitbull' che fa il mediano e ricorda Gattuso. In difesa è stato schierato anche Vidal, ma in vista del Mondiale Sanpaoli ha fatto capire che non rinuncerà alle proiezioni offensive dello juventino.