Il Messico è stato una delle ultime nazionali a qualificarsi per i Mondiali, grazie al doppio spareggio vinto contro la Nuova Zelanda. Il suo è stato un cammino tortuoso, e deludente durante le qualificazioni, con un'unica fiammata in occasione dell'andata contro gli All Whites quando si è imposto all'Azteca per 5-1. Al ritorno a Wellington altro successo, 4-2, con Peralta match-winner grazie a una tripletta. I neozelandesi hanno provato a spaventare i rivali con un accenno di Haka prima del match, ma non ha funzionato.
A compiere l'impresa è stato il ct Miguel Ernesto Herrera Aguirre, il quarto alla guida del Messico nel giro di tre mesi. Ha assunto l'incarico proprio alla vigilia del doppio scontro decisivo e poi è stato confermato dalla federazione per i Mondiali, che dice di voler vincere alla guida del 'Tri'. Ma, nonostante l'ottimismo del tecnico, i tanti cambiamenti in panchina rendono l'idea di quanto sia stato tortuoso il cammino dei messicani verso il Brasile. Il quarto posto (su sei squadre) nel girone finale di qualificazione della zona Concacaf è stato considerato un'onta, se si pensa che si sono qualificati direttamente Usa, Costarica e Honduras.
E ad un certo punto è mancato poco che il colpo lo facessero i 'Canaleros' di Panama. Ma è stata proprio un'intuizione del nuovo ct a dare la svolta quando ormai tutto sembrava perso: Herrera Aguirre ha rinunciato alle stelle europee, come 'Chicharito' Hernandez, Carlos Vela e Giovani Dos Santos, per affidarsi ai giocatori che conosce meglio, quelli che giocano in Messico, andando a ripescare perfino lo 'stagionato' Rafa Marquez, ex difensore del Barcellona, e impostando una squadra di stampa difensivo e tutta grinta. Sono state scelte rivelatesi vincenti con la Nuova Zelanda (ma non era così difficile...), ma ora la squadra è tutta da fare e dovrebbero tornare alcune delle stelle che giocano in Europa anche se Vela, protagonista della Liga con la Real Sociedad, ha fatto sapere che non se la sente.
Per il 'Tri', nomignolo con cui i suoi tifosi chiamano la nazionale messicana, sarà la 15/a partecipazione alla fase finale dei Mondiali. I migliori piazzamenti li ha conquistati in casa, nel 1970 e nel 1986, quando si spinse fino ai quarti di finale. Nelle sue ultime apparizioni ha sempre superato il primo turno, e conta di riuscirci anche in Brasile dove cercherà l'ispirazione allenandosi nel 'O Rei Pelè', il centro tecnico del Santos intitolato al miglior calciatore del secolo scorso. Ma, essendo una squadra con poco talento, sembra difficile che il Messico arrivi fino in fondo, anche se Herrera si dice certo dell'approdo, ''come minimo nei quarti di finale''.
Fra gli scettici c'è anche il Presidente degli Usa Barack Obama che, intervistato dall'emittente messicana Univision, ha detto di essere pronto a ubriacarsi di tequila in diretta tv nel caso il Tri arrivi tra le prime quattro. I calciatori messicani avevano avuto il via libera per fare sesso anche durante i Mondiali: ''basta che non lo facciano tra di loro'', aveva precisato il dirigente della nazionale Ricardo Pelaez. Ma poi è intervenuto il ct Herrera: ''qui c'è un Mondiale da giocare, 40 giorni senza sesso non hanno mai ucciso nessuno''. Quindi in Brasile dovrà essere osservata l'astinenza. Facile a dirsi...