In Sudafrica fu il disastro generale, zero punti e la vergogna dell'ammutinamento. Finita l'infausta era-Domenech, la Francia è ripartita prima da Blanc, ora da Deschamps, ma la strada è stata sempre in salita. La prima discesa, i Bleus l'hanno intravista proprio ai mondiali in Brasile: dopo essersi qualificati per miracolo allo spareggio con l'Ucraina, hanno avuto pure il "regalo" del girone più comodo.
I francesi, che nel 2010 si qualificarono anche lì all'ultima partita e con il brutto episodio della mano di Thierry Henry che fece fuori l'Irlanda del Trap, sono approdati ai mondiali quando ormai non ci speravano più. Spareggio di andata perso secco in Ucraina, poi partita della vita allo Stade de France e qualificazione ribaltata. Novanta minuti giocati da Ribery e compagni alla morte hanno fatto dimenticare un girone di qualificazione stiracchiato e dominato dalla Spagna.
Con qualche sospetto malevolo, i francesi - ultimi arrivati - hanno goduto in sede di sorteggio di una benevolenza senza pari, finendo nel girone con Ecuador e Honduras, a spartirsi il podio con gli svizzeri. Come però spesso avviene nel calcio, l'andamento di una partita, il suo risultato finale o un episodio, possono rovesciare uno stato d'animo. E la magica serata di novembre ha restituito alla Francia la voglia di sentirsi una squadra, a Didier Deschamps uomini finalmente motivati
. E adesso i Bleus si propongono come possibili aspiranti alla fase finale, forti di una formazione di grande tradizione ma soprattutto di talenti emergenti. Il primo di questi si chiama Paul Pogba, ha 21 anni, ha appena vinto lo scudetto con la Juventus e i più grandi club europei farebbero carte false per portarlo via da Torino. In nazionale è già inamovibile.
In attacco ci sono due star assolute come Ribery, al top con il Bayern Monaco, e Benzema, che finalmente ha smesso di essere l'eterna promessa al Real ed è esploso con tutte le sue potenzialità. Matuidi, campionato straordinario il suo al Paris Saint-Germain, completa un centrocampo ottimo, mentre qualche dubbio si può nutrire soltanto sulla difesa: il portiere Lloris sembra aver perso sicurezza, gli altri difensori - da Evra a Sakho, da Sagna a Debuchy, non sembrano all'altezza degli altri reparti.