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Scatta processo a Prandelli

Scatta processo a Prandelli, accusa e difesa. Scelte, tattica, filosofia e ritiro 'aperto': via al dibattimento

Piercarlo Presutti e Francesco Grant ROMA

Perché Motta sì e Immobile no? Perché un attaccante solo in avvio e quattro alla fine? Perché il tiki taka spaghetti e non un sano contropiede? Gli interrogativi inseguono Cesare Prandelli come tanti capi d'accusa. D'altra parte alla prima sconfitta mondiale inaspettata, il processo al commissario tecnico scatta automatico. Se la battuta d'arresto poi e' sostanzialmente senza alibi, con l'aggravante dell'umiliazione, la tentazione della corte marziale per il comandante in capo Prandelli, reo di alto tradimento delle aspettative dei tifosi, e' forte. E pero' in uno stato di diritto persino un commissario tecnico, figura vituperata per definizione, ha diritto a un giusto processo. Che prevede accusa, difesa e soprattutto prove.

LE SCELTE DEGLI UOMINI: Rossi a casa, Insigne al Mondiale. Criscito escluso per un Abate in chiara difficoltà. I 23 azzurri per il Mondiale fanno discutere prima, figurarsi dopo una debacle come quella di Recife. Senza andar a ripescare le rivendicazioni del partito dei Toni o dei Totti, le scelte più contestate sono tre: aver portato l'Insigne inadeguato di ieri e solo per un finale di stagione in crescendo; aver dato fiducia a Thiago Motta; la chiamata di Abate spesso fuori squadra nel Milan nelle ultime settimane. Cassano poi e' entrato nel gruppo nonostante il ct fosse palesemente contrario: la mezz'ora contro il Costarica dimostra che un giocatore così ha doti tecnico-estetiche ma a questo punto della carriera non è il craque, il campione che entra e risolve. L'attaccante col vento nelle vele e' Immobile, ma non ha trovato spazio in un'Italia schierata con quattro attaccanti. La difesa del ct parte da qui: il capocannoniere azzurro stava per entrare, magari al posto di Balotelli, ma Marchisio ha chiesto l'ultimo cambio a disposizione perché era sfinito. Thiago Motta ha avuto un ruolo centrale nel Psg anche in Champions, ha esperienza e classe - secondo Prandelli - per un Mondiale. Quanto ai terzini, è un problema segnalato da almeno un anno, e sottovoce Prandelli ha puntato il dito contro i vivai del calcio italiano che producono poco. Da qui e' nata la scoperta di Darmian, seguito a fari spenti e portato al Mondiale senza una partita in azzurro. E' una delle note positive dell'Italia.

LA PREPARAZIONE FISICA: doveva essere il punto di forza, dalla "casetta Manaus" alla serie di studi condotti per un anno intero sulle soglie di fatica. La prima con l'Inghilterra sembrava dare ragione allo staff di Prandelli, il responso della seconda e' stato davvero senza appello. Marchisio che chiede il cambio perché è sfinito, Abate che alla prima partita rincorre Bolanos sbuffando come un maratoneta, Chiellini in evidente crisi, Candreva sfasato. I test dicevano qualcosa di diverso, anche in panchina la sorpresa c'e' stata. Non si era preso in considerazione il fattore psicologico, la percezione della fatica: anche per questo diversi azzurri hanno puntato il dito contro il caldo, tranne poi essere smentiti dal medico azzurro (''le condizioni erano meno pesanti che a Manaus''). Un ultimo elemento: un anno fa a Recife l'Italia giocò contro il Giappone in condizioni climatiche molto più pesanti, e non patì fino a questo punto. La difesa dei prandelliani ruota attorno a due concetti: l'Italia e' l'unica squadra a giocare tre partite 'estreme', a Manaus o alle 13; e il Mondiale indica che sono le sudamericane o centroamericane come il Costarica ad essere avvantaggiate. Sulla serietà degli studi medico-atletici, poi, il commissario tecnico e' pronto a mettere la mano sul fuoco. Anche a costo di essere condannato.

LA FILOSOFIA DI GIOCO: abbandonato il vecchio catenaccio, l'Italia ha seguito la strada della grande bellezza del calcio. Costruire sempre. Il risultato e' che la difesa prende gol inimmaginabili in cento anni di tradizione azzurra, e non sempre l'attacco funziona. Così salta il presupposto para-zemaniano: basta fare un gol in più dell'avversario. Inoltre, dopo i primi due anni sul filo della coerenza - era l'Italia dei quattro centrocampisti dai piedi buoni - i secondi due sono stati una montagna russa tattica, da uno schema all'altro. Anche i giocatori hanno perso alcuni punti di riferimento. Prandelli può trincerarsi dietro un paio di argomenti: il calcio italiano non produce talenti strepitosi, se il 'vecchio' Pirlo e' il simbolo e Balotelli ancora un abbozzo di campione. Puntare su un altro modo di intendere il calcio e' obbligatorio.

IL RITIRO ALL'OLANDESE Le famiglie nel ritrovo azzurro sono un'idea proprio di Prandelli, certo non condivisa a livello federale se non altro per le difficoltà' organizzative. Presto e' emerso - descritto dall'Ansa - un bisticcio pubblico tra Balotelli e la compagna Fanny: e non e' questo il modo migliore per concentrarsi su un'avventura che e' totalizzante. I calciatori - secondo l'accusa - per 45 giorni devono pensare solo al mondiale. La difesa e' semplice: per la gran parte degli azzurri la presenza dei familiari e' motivo di serenità', quanto a Balotelli e' normale che una coppia in avvicinamento al matrimonio abbia qualche discussione: molto più' importante, per l'attaccante, l'affetto costante che Fanny gli riserva nelle ore di riposo

 

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