Via il presidente e il ct. Nessun successore di Prandelli subito. E per quello di Abete bisognerà aspettare l'11 agosto. Un senso di vuoto avvolge il calcio italiano ai massimi livelli. Nemmeno il Consiglio federale di oggi ha riempito le crepe. Ci vorranno 43 giorni prima di conoscere il nome del nuovo presidente federale e del ct della nazionale. Oggi l'addio di Abete, da domani la caccia ai candidati, poi al successore. Il toto-ct invece è già cominciato da giorni, ma contrariamente al primo auspicio di tempi stretti sarà il nuovo presidente - se e quando sarà eletto - a sceglierlo. Tanti nomi per una sola panchina e poi solo pochi giorni per pensare l'Italia che verrà.
La scelta del selezionatore, che Carlo Tavecchio - candidato in pectore alla presidenza Figc - ha paragonato a Vicini, Bearzot o Valcareggi, la farà il nuovo padrone di vapore, dopo la sua elezione. La rosa di nomi oggi si è arricchita: Marco Tardelli è l'ultimo dei candidati in ordine di tempo. Si aggiunge a Massimiliano Allegri, gradito a Galliani; a Roberto Mancini, 'votato' anche da una vecchia volpe come il Trap; a Francesco Guidolin, che verrebbe ingaggiato con la formula dell'usato sicuro e a "prezzi vantaggiosi", magari con Antonio Cabrini al suo fianco. Mentre preconsiglio e consiglio federale - unico assente Beretta - prendevano atto dello stallo, arrivava il messaggio di Barbara Berlusconi: spazio ai quarantenni alla guida della Figc. Tavecchio le ha risposto per le rime: mi dispiace per la signora, ma non e' lei a votare. Saranno i delegati delle componenti a farlo.
E lì al momento Tavecchio godrebbe della maggioranza del 51%, quella sufficiente per passare al terzo scrutinio. ''Ma serve una votazione unitaria'', le parole del presidente della Lega Dilettanti: per sciogliere la riserva sulla candidatura, oltre alla consultazione della base, servono altri consensi. Non basta l'alleanza con Macalli e i rapporti buoni con Lotito. Aic e Aiac sono contro (''cantera dei tecnici? Servirebbe una cantera dei dirigenti'', il messaggio di Tommasi). E anche in Lega di A si annunciano movimenti, come sembrano indicare le parole di Barbara Berlusconi: devono essere fischiate le orecchie ad Albertini, ma anche a Galliani. Visto lo stallo, in un consiglio tutto commiati e complimenti (a parte un confronto Albertini-Macalli) la domanda più frequente e' stata: ma tu ti candidi? In attesa dei nomi in corsa, del voto e poi della scelta del ct, Abete ha salutato. "Solo chi non mi conosce ha messo in discussione la loro irrevocabilità", ha precisato. Abete, da domani, gestirà l'ordinaria amministrazione, in 'prorogatio', nell'attesa di conoscere il successore. Il Consiglio federale, durato un paio d'ore, non aveva veleni nella coda, nè in serbo sorprese. Era tutto stabilito, comprese le richieste più o meno autentiche di Lnd, Aia, Aiac, Lega Pro, Leghe di A e B, Aic, di fare marcia indietro. Quasi 300 delegati, l'11 agosto prossimo, esprimeranno oltre 500 voti, nel corso di tre consultazioni: al nuovo n. 1 del calcio italiano serviranno i quattro/terzi nella prima seduta, i due/terzi nella seconda e il 51% nella terza sessione. Per Abete il commissariamento non ha motivi. "Ho ritrosia ad accettare queste logiche, oppure ad affidare l'autorità a soggetti non riconosciuti dalla base - le sue parole - La cultura del commissariamento non mi appartiene, perché è antidemocratica".
Durante il commiato, Abete si è tolto anche qualche sassolino dalla scarpa. "Tutti sanno che, al di là dei rapporti personali, non c'è una condivisione di certe politiche sportive del Coni - ha detto -. E questo con c'entra con il fatto della votazione in cui scelsi un altro candidato. Su 99 medaglie d'oro ai Giochi invernali non ne abbiamo vinta una. Sappiamo che il calcio ha maggiore visibilità, ma l'attenzione deve essere rivolta a tutte le discipline sportive. Ci poniamo il problema esistenziale se 62 milioni dati al calcio siano troppi. Una diminuzione delle risorse alla Figc determina un indebolimento delle istituzioni sportive e un rafforzamento dei soggetti privatistici". Ultima stoccata: "Da quanto si legge sembra sia io il responsabile della morte di Ciro Esposito, evito di commentare in questa sede, ma lo farò in altre. E mi fermo qua". Il futuro è già cominciato.