Buenos Aires aspetta la finale del Maracanà con la Germania e spera che non vada a finire come un quarto di secolo fa, a Italia 90, quando ad alzare la coppa sul cielo dell'Olimpico furono i tedeschi. In giro, per le strade o nei bar della città, si respira un'aria di trepidazione ma anche di serenità e ottimismo. Gli argentini sanno che il bilancio dell'avventura 'mundialista' sarà comunque positivo. E che alla fine il bottino potrebbe essere consistente: battere i tedeschi, vincere il torneo, coronare Messi 'rey mundial', rientrare nell'elite delle nazionali 'big'.
E fare tutto questo niente meno che in Brasile. Per la precisione, nel Maracanà. Un sogno? "Assolutamente sì, ma alla portata di mano", si sottolinea un po' dappertutto in città, di fatto già pronta alla partita di domenica e che, nel caso di una vittoria - anzi, di un trionfo - potrebbe dichiarare lunedì giornata festiva.
Nell'attesa, mentre si organizzano gli 'asados' (grigliate), si prenota nei bar e 'confiterias' (la partita inizia alle 16) o ci si prepara alla tv di casa o ai mega-schermi, tifosi e media parlano in queste ore solo di calcio. Si pensa per esempio alla squadra e ai giocatori, ai circa 100 mila connazionali che si trovano in Brasile oppure agli eterni avversari della Selecao che si leccano le ferite. Gli argomenti del giorno sono soprattutto Messi, del quale contro i tedeschi si aspetta un'esplosione, e magari una rete delle sue, le condizioni del 'Kun' Aguero o di Di Maria. Tengono banco anche il portiere Romero e soprattutto Mascherano, descritto oggi da un giornale locale come "l'uomo dai poteri speciali".
Una specie di Superman visto quel che ha fatto alle semifinali contro gli oranje. Sulla scia inoltre dal profilo basso e la ragionevolezza imposti dal ct Sabella durante il "mundial", Buenos Aires è consapevole della forza della Germania e dei due attaccanti, Muller e Klose, in grado di spezzare il sogno argentino. In tal caso, si spera, seguendo un copione non brasiliano. In una città dove mai come in queste ore tutti sono allenatori di calcio si sottolinea però la grande malleabilità evidenziata dalla squadra di Messi, nella quale lo stesso Lio ha brillato, e segnato, nelle prime partite, con un Di Maria che fino all'infortunio sembrava un aereo in campo, un Higuain in crescita e un Aguero che pare di nuovo ok.
Senza dimenticare poi le tante certezze, appunto super-Mascherano, Romero, la sorpresa Rojo e una difesa rinata. La squadra, in altre parole, c'è e, panchina inclusa, è anche molto lunga. A due giorni dalla finalissima del Maracanà, tutto il resto importa poco: compresa la telenovela dei bigliettini di Romero, la conferma che comunque vada a finire Sabella lascerà la nazionale, le polemiche sul fatto se bisogna cercare di vincere con tanto cinismo o mettendoci almeno un pizzico di 'jogo bonito' alla argentina.