Alejandro Sabella, il ct della nazionale argentina, ha un solo vero incubo: Arjen Robben. Cosa fare domani allo stadio di San Paolo in occasione della semifinale con gli Orange, per neutralizzare l'olandese volante, uno dei giocatori più pericolosi del mondiale brasiliano? Come spiega l'inviato di Clarin, il principale quotidiano argentino, Daniel Avallaneda, l'intenzione del mister per bloccare questo "crack senza capelli in testa, ma con le ali ai piedi", non è ancora del tutto chiara, a parte una certezza. Non ci sarà una marcatura ad uomo, ma un tentativo progressivo di neutralizzarlo, coinvolgendo un po' tutti. E sembra essere confermato il 4-4-2 con Lionel Messi e Gonzalo Higuain sotto la porta.
I dubbi della stampa argentina riguardano tra l'altro Ezequiel Lavezzi (non abbastanza veloce per coprire un'ampia area), ma anche il suo ruolo esatto, se e quanto giocherà. C'è chi suggerisce di farlo giocare a sinistra, proprio per evitare contatti con Robben, spostando al centro Marcos Rojo ed Enzo Perez (che sostituisce l'infortunato Angel Di Maria). C'è anche l'ipotesi di mettere Maxi Rodriguez di fronte all'olandese volante, spostando più a destra Perez. In una intervista alla Fifa, Javier Mascherano, volentieri definito l'anima della Nazionale Argentina, insiste sul carattere collettivo del gioco dell'Albiceleste in questo fine di torneo. Nega in particolare che la squadra sia esclusivamente al servizio di Leo Messi, com'è stato spesso scritto, definendo lo schema del'Argentina un poco solido 9-1. "Leo ci ha salvato in alcune partite, ma non possiamo limitarci a dipendere da lui - spiega -. La squadra deve esserci per appoggiarlo, esattamente com'è successo contro il Belgio, quando abbiamo controllato il gioco con l'aiuto di tutti. E' questo il nostro obiettivo: anche se sappiamo di avere grandi personalità individuali, la squadra viene prima di tutto".
Il centrocampista del Barcellona è consapevole delle difficoltà, in quanto le due potenziali partite di questi giorni sono certamente le più dure e difficili. "Abbiamo combattuto per giungere fin qui per così tanto tempo e ce l'abbiamo fatta - racconta -. Naturalmente, siamo felicissimi, ma dobbiamo trasformare questa felicità in fiducia e riprendere le nostre forze in fretta. Dobbiamo ricordarci che siamo a una partita dalla finale, e che non abbiamo ancora fatto la storia". E, soprattutto, Mascherano ricorda che "La squadra olandese ha una sacco di esperienza e hanno fame di vittoria dopo la sconfitta nella finale del 2010, quindi dobbiamo stare molto attenti. Siamo effervescenti e ci sentiamo forti, sappiamo che possiamo offrire una nuova ottima prestazione". La meta finale è ovviamente il Maracanà domenica 13 luglio, per vincere la coppa. "Voglio esultare di nuovo e dobbiamo dare tutto per arrivarci", conclude il regista albiceleste.
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