In patria lo chiamano ''il Messi dei centrocampisti'' e lo hanno proposto per il Pallone d'Oro. Di sicuro Arturo Vidal, stella del Cile e guerriero dal gol facile, è anche il beniamino dei tifosi juventini, conquistati dal suo bagaglio tecnico, la versatilità sul campo (in nazionale ha giocato perfino da difensore) e la disponibilità al sacrificio in tutte le zone del campo.

A questo Vidal aggiunge un'allegria calcistica molto sudamericana, che a volte si trasforma in eccessi come quando, a novembre del 2011, fu pescato assieme a quattro compagni al ritorno da una notte in discoteca, quando invece il gruppetto di calciatori avrebbe dovuto essere in ritiro. Questa vicenda gli costò un'esclusione dalla Roja del Sudamerica soltanto temporanea (5 partite), perchè fare a meno di lui è un lusso che questo Cile possibile squadra-sorpresa del torneo brasiliano non si può permettere.

Autentico è stato, a Santiago e dintorni, il terrore di perderlo in chiave mondiale quando, verso la fine della stagione, si è infortunato con la Juventus e si è dovuto operare a un menisco. Fortunatamente per il ct Sampaoli, Vidal ci sarà, e ora non gli rimane che ritrovare la giusta concentrazione. Quando Arturo ha la testa da un'altra parte, le gambe diventano molli e comincia a perdere troppi palloni, permettendo agli avversari di partire in contropiede.

Comunque succede poche volte, per questo i rivali del Cile non si fanno troppe illusioni e Vidal rimane capace di essere tanti giocatori in uno: ha grande abilità negli inserimenti, è freddo sottoporta e ha una grinta nel pressing degna di Gattuso. Volendo, si può anche aggiungere la sua bravura nel battere i rigori, ed ecco perchè a Santiago lo chiamano 'King Arturo'.

Ma per la Juve è stato soprattutto, quando lo prese dal Bayer Leverkusen, il miglior affare per rapporto qualità-prezzo. Con un grande Mondiale il valore di Vidal aumenterà ancora, ma tanto Agnelli e Marotta non lo vendono, e anzi vorrebbero affiancargli l'altra stella del Cile, l'ex udinese Alexis Sanchez.