Capocannoniere della Coppa d'Africa 2013 in cui ha trascinato la Nigeria al successo, Emmanuel Emmenike conta di ripetersi in Brasile. Se così fosse, non farebbe altro che confermare quanto di buono ha fatto vedere nel Fenerbahce, squadra turca, dal pubblico caldissimo, in cui è diventato un idolo. Vi era tornato nell'estate dell'anno scorso dopo due anni nello Spartak Mosca, dove aveva chiesto di andare dopo essere rimasto coinvolto nello scandalo delle scommesse che ha rischiato di cancellare il 'Fener' dalla mappa del calcio. Nell'ambito di quell'inchiesta, penale e non solo della giustizia sportiva, Emmenike era stato arrestato ma in seguito era stato scagionato.
''La tortura fisica e mentale della prigione'', come l'ha definita lui stesso, gli era però rimasta dentro e per questo aveva chiesto di andarsene. Ma a metà del 2013 il club di Istanbul lo ha convinto a tornare, pagando allo Spartak 13 milioni di euro pur di riaverlo. Emmenike, che della Russia era un po' stanco per via di certi episodi di razzismo, alla fine ha accettato, desideroso di completare il lavoro interrotto nella squadra con cui adesso ha appena vinto lo scudetto: la favola ha avuto un lieto fine. Ma questo centravanti, alto 1.80 e dall'incredibile forza fisica, in Turchia si era messo in luce anche ai tempi in cui giocava nel Karabuk assieme agli ex 'italiani' Seric e Diego Coelho e faceva reparto da solo. I suoi gol, la forza e il modo di giocare avevano suscitato l'interesse di Milan, con Adriano Galliani, e Lazio, costretta a rinunciare per via della regola sugli extracomunitari.
Ora invece lo vogliono in Inghilterra, con West Ham e Newcastle in prima fila. In vista del Mondiale brasiliano Emmenike si dice fiducioso sul destino delle Super Aquile, ''perchè per la Nigeria sarà il palcoscenico ideale per mostrare cosa sappiamo fare. Vi ricordo che in Africa siamo rimasti imbattuti per due anni. Io vorrei confermarmi attaccante di razza anche ai massimi livelli, e per questo darò il 110%''. Chissà se basterà per battere l'Argentina di Leo Messi.