Sarà anche tutto basato sul collettivo, da tradizione, il gioco della Russia. Ma quando il centravanti ha 79 presenze in 10 anni sulle spalle, con 24 gol all'attivo, anche il collettivo si piega un po' dalla sua parte. Alexander Kerzakov, esordisce a 32 anni in una coppa del Mondo. E vuole lasciare il segno. Su questo attaccante centrale vecchio stampo, robusto e senza paura del confronto fisico con le difese, in pochi scommettevano all'avvio della rivoluzione-Capello.
E' vero che sembrava l'attaccante fatto su misura per una squadra guidata dal tecnico friulano, ma quando Capello ha deciso di epurare Arshavin, da sempre suo amico e compagno di stanza allo Zenit di San Pietroburgo e in nazionale, in pochi pensavano che salvasse Kerzakov, che visto dalle tribune sembra la controfigura del brasiliano Hulk.
E invece il centravanti capace di segnare ma anche di tenere alta la squadra dettando sempre il passaggio in profondità, sarà al centro dell'attacco russo in Brasile. Come l'amico Arshavin ha tentato anche lui di lasciare San Pietroburgo, ma alla fine non c'è riuscito ed è tornato allo Zenit. Se Arshavin l'ha fatto dopo un fallimento nell'Arsenal che era stato presentato come epocale, Kerzakov ci provo' più timidamente, nel 2007, ma la sua stagione spagnola a Siviglia non fu esaltante e si ritrovo' dopo qualche mese a Mosca, poi di nuovo a San Pietroburgo. Coronato finalmente il sogno di giocare al mondiale, con ogni probabilità Kerzakov sarà l'uomo più avanzato del dispositivo di Capello, con il giovane Kokorin alla sua sinistra e Samedov a destra.