SaQuando si parla di Georgios Samaras, il paragone con il colosso di Rodi diventa quasi inevitabile. Magari non possiede lo stesso fascino della settima meraviglia del mondo, ma l'ariete greco non passa inosservato, dall'alto dei suoi 193 centimetri e un peso che supera gli 80 chili. Fisico imponente, dunque, per la stella della Nazionale ellenica, che è anche figlio d'arte (suo padre Ioannis vestì la maglia della Nazionale in 16 occasioni).
Nato a Candia, il 21 febbraio 1985, Georgios sa farsi valere nelle file del Celtic, la squadra di Glasgow che, da sempre, rappresenta la minoranza cattolica e indipendentista. E' l'idolo indiscusso dei tifosi di quella fetta calcistica della Scozia, ancora di più quando, celebrando quest'anno l'ennesimo titolo nazionale vinto, è andato a prendere dalle gradinate un bimbo down che si trovava tra il pubblico e tenendolo in braccio gli ha fatto fare un giro di campo fra l'incredulità e la gioia del bimbo stesso e l'emozione di un pubblico unico come quello dei 'Bhoys'.
Fra le qualità tecniche di questo lungagnone, da sempre abituato a frequentare le aree di rigore, c'è anche il tiro della distanza, forte e molto preciso, del qualeè dotato. Nato calcisticamente nelle giovanili dell'Ofi Creta, nel 2002 venne acquistato dagli olandesi dell'Heerenveen. Nel 2006 passa al Manchester City e, due anni dopo, percorre la strada che conduce alla Scottish premiership. Suo padre nacque in Australia, a Melbourne, pertanto Samaras avrebbe potuto indossare tranquillamente la maglia dei Socceroos, invece ha scelto la Grecia.
Ha partecipato ai Mondiali 2010, in Sudafrica; agli Europei 2008, in Austria e Svizzerra, a quelli del 2012, in Polonia-Ucraina, dove il bomber omonimo del Premier si è fatto molto apprezzare per la sua bella prova contro la Germania con i tifosi ellenici intenti a fischiare sonoramente la Cancelliera Angela Merkel, presente in tribuna. Con quel suo fisico imponente, al fioretto preferisce la spada: pittoresco e dinamico, nonostante l'aspetto estetico, Samaras, oltre a finalizzare la manovra dei greci, riesce a creare spazi per i compagni che, spesso, lo cercano come sponda per gli inserimenti delle retrovie.
Per marcarlo con efficacia serve un difensore assai robusto, molto dotato nel gioco aereo, con una buona tecnica, altrimenti il centravanti del Celtic può trasformarsi in un'arma letale per il portiere avversario. Il suo nome in passato è stato accostato alla Lazio, anche per via del fatto che aveva mostrato interesse per l'Italia - definita un "Paese ricco di storia" - ma anche per il campionato di Serie A. Poi, non se ne fece niente.
Stesso discorso per il Liverpool, che aveva sondato il terreno con il Celtic, per farlo tornare in Premier league. La sua carriera da professionista si è consumata all'estero, per questo la sua presenza in campo intimorisce gli avversari, preoccupati per lo più dall'esperienza e dalla capacità di sapersi adattare alle varie situazioni di gioco, aiutato dal fisico.
Era entrato nel cuore dei tifosi del Celtic il 2 gennaio 2011, giorno in cui realizzò una doppietta in trasferta nella celeberrima stracittadina di Glasgow, contro i Rangers. Fu quello un giorno da incorniciare, per i supporter biancoverdi, ma anche per lo stesso Samaras: il greco, forse proprio in quella circostanza, decise di non muoversi più dalla Scozia, cucendosi addosso la maglia biancoverde a strisce orizzontali.