E' uno dei pochi superstiti sfuggiti all' 'epurazione' del nuovo ct Ange Postecoglou, che ai Mondiali porterà un'Australia rinnovata, diversa da quella che ha conquistato la qualificazione. Ma Tim Cahill, ex beniamino dei tifosi dell'Everton e ora in forza ai NY Red Bull, è riuscito a rimanere in 'rosa' e si appresta a giocare il suo terzo Mondiale di seguito. Questa mezzala alto 1.78 ma con un'elevazione e un tempismo notevoli, nato a Sydney da padre inglese e madre samoana, è l'ultimo rappresentante della 'golden generation' dei Kewell, Schwarzer e Viduka e anche l'autore del primo gol segnato dai 'socceroos' nella storia dei Mondiali. Successe nel 3-1 del 2006 contro il Giappone, ma quello del torneo tedesco per Cahill rimane un ricordo dolce-amaro, visto che non ha ancora 'digerito' il modo in cui gli australiani vennero eliminati negli 8/i dall'Italia.
Cahill è andato a segno anche durante Sudafrica 2010, contro la Serbia nel terzo match della fase a gironi, dopo aver saltato la seconda partita (Australia-Ghana) per l'espulsione contro la Germania nella prima, e ora spera di 'colpire' anche in Brasile, per poi festeggiare con la sua caratteristica danza intorno alla bandierina del corner. Ma se la Fifa non avesse cambiato le regole nel 2004, Cahill i Mondiali con l'Australia non avrebbe potuto disputarli visto che, giovanissimo, giocò una manciata di minuti con la nazionale samoana.
E proprio per questo il ct dell'Irlanda dell'epoca, Mick McCarthy, che voleva chiamarlo per il Mondiale 2002 (Cahill ha anche il passaporto dell'isola verde) dovette rinunciare. Per il calcio australiano 'Tim la bestia' è anche l'uomo dei record, visto che con la rete segnata nel novembre scorso al Costa Rica ha eguagliato il primato di marcature con la casacca della nazionale che ora condivide con l'oriundo italiano Damian Mori. Ha poi chiuso il 2013 con la soddisfazione di essere stato incluso nella formazione ideale della Mls, in un tridente offensivo con Marco Di Vaio (Montreal) e Robbie Keane (L.A. Galaxy). Ora ha un ultimo obiettivo, chiudere in bellezza con la nazionale, e il Mondiale brasiliano sembra l'occasione giusta.