Ai tempi della Dinamo Zagabria venne definito 'nuovo Cruijff', anche per via di una certa somiglianza fisica, ora è soltanto Luka Modric, la stella della Croazia. Ha confermato tutta la sua classe anche sul palcoscenico più difficile, quello del Bernabeu e quindi del Real Madrid, quando il peso delle aspettative e la cifra pagata per strapparlo al Tottenham avrebbero potuto bruciarlo.
Ora però c'è un importantissimo impegno a breve scadenza, quel Mondiale brasiliano che per Modric vuol dire voglia di riscatto. Il campione croato non fa mistero di non aver ancora digerito il modo in cui sono andati a finire per la sua nazionale gli ultimi due Europei, prima quello del 2008 con la sconfitta ai rigori contro la Turchia (''mi brucia ancora, non ci ho dormito per qualche notte''), e poi quello del 2012 in cui il team con la maglia a scacchi ha avuto la sfortuna di finire nel girone delle due future finaliste, Spagna e Italia.
Per questo adesso si sta preparando con attenzione maniacale alle sfide con il Brasile padrone di casa e poi con Camerun e Messico. Modric e' un giocatore 'alla Pirlo', un faro di centrocampo che con le sue giocate illumina ed indirizza il gioco. Della Croazia e' uno dei leader riconosciuti, e piace anche perche' difficilmente tira indietro la gamba.
In alcune partite e' andato a fare dei contrasti 'alla Gattuso', nonostante non sia questo il suo ruolo, ed anche per questa combattivita' viene particolarmente apprezzato dai focosi sostenitori croati per i quali il 'Vrateni' (Fuoco ardente, nomignolo della squadra) vuol dire molto, in nome di un nazionalismo esasperato. Del resto anche Modric è uno di carattere: a forgiarlo è stata la tragedia della guerra civile nella ex Jugoslavia, che ha vissuto nel periodo dell'infanzia e che gli ha portato via un nonno. Luka ha vissuto in un rifugio a Zara, e per questo le 'battaglie' del calcio gli sembrano uno scherzo.