Nei suoi piedi c'è la speranza di un intero popolo, quei 200 milioni di brasiliani che pretendono il sesto titolo mondiale dalla loro Selecao. In tanti hanno già deciso che questo, come l'anno scorso la Confederations Cup, deve essere il torneo di Neymar, e sta ora al campione del Barcellona, che in Spagna ha vissuto momenti esaltanti ma ha anche rinfrescato la fama di 'cascatore', mantenere le promesse e smentire i detrattori. Quasi più popstar che calciatore, costantemente sulle pagine delle riviste di gossip e moda, Neymar nel suo paese è un idolo assoluto, fa tendenza e detta le mode, basti pensare al suo taglio di capelli.
E' una macchina da soldi, che fattura quasi più con spot e apparizioni varie che con il calcio, ma non sempre dà l'impressione di essere felice, forse schiacciato da qualcosa che non aveva previsto di tali dimensioni. Ora però deve pensare solo al campo, ''perchè - come ha spiegato il suo ct Scolari - in spazi ristretti è capace di fare cose che agli altri non riescono.
E' il complemento di un gruppo che lavora per lui. Ora non ci rimane che vincere''. Parole che pesano e mettono sulle spalle di questo ragazzino, predestinato secondo alcuni a raccogliere l'eredità di Pelè, una responsabilità non da poco, testimoniata anche dalla consegna della maglia gialloverde numero 10. Lo stesso O Rei, in modo un po' 'partigiano', lo ha 'incoronato' prevedendo che ''al Mondiale Neymar è in grado di offuscare la fama di Messi, ed essere lui la vera stella''.
Quindi è proprio il 'suo' Mondiale: nel Santos ha dimostrato di poter reggere la pressione, vincendo tutto in Sudamerica, ora gli tocca il compito più difficile. Può farcela perchè, nonostante una corporatura esile, il calcio di Neymar è una sorta di samba palla al piede frutto di un mix perfetto di tecnica e rapidità di movimenti. Ma 'O Ney', come hanno cominciato a chiamarlo in patria, è anche un amante del Carnevale, ecco perchè ha tantissima voglia, la notte del 13 luglio e nei giorni successivi, di vivere un'immensa festa fuori stagione.