Sale in cattedra "El Maestro" Tabarez e ce n'è per tutti, con garbo ma senza sconti. L'Italia domani "ha un vantaggio", perché è l'Uruguay a dover per forza vincere. Ma la Celeste "darà tutto", perché "vincere contro l'Italia non è come battere una qualsiasi squadra. Significa vincere contro una grande. Giocare contro gli azzurri è un regalo del cielo". Non c'è domanda alla quale il ct uruguayano non risponda citando, affabulando, rimproverando bonariamente: "paura per domani proprio no - risponde parlando, su richiesta, in italiano - la paura non esiste nel calcio, piuttosto nella vita, se succede qualcosa ai tuoi cari. Balotelli? E' un grande giocatore, giovane, specialista negli ultimi metri. Siamo convinti che domani giocherà, noi abbiamo studiato il modo di controllarlo". Calmo e concentrato, Tabarez cerca di infondere razionalità e serenità ai suoi: "l'Italia ha un vantaggio, ma noi sappiamo che dobbiamo fare e come farlo. Daremo tutto. Giocare contro l'Italia è un regalo del cielo". La sua conferenza stampa arriva dopo quella di Prandelli, e anche per il ct azzurro ci sono argomentazioni serie del "Maestro": "non è possibile pensare che gli azzurri abbiano poco senso patriottico, hanno vinto quattro mondiali, se uno vince così tanto non può essere accusato di questo. E' vero che noi abbiamo questa qualità, è qualcosa che ti porti dentro da bambino, un legame con il tuo passato. Ce l'abbiamo e faremo leva anche su questo". Sempre a Prandelli, che ha definito quella di domani la partita per lui più importante della carriera, Tabarez replica: "è importante perché è la prossima. Per chi vincerà domani il match più importante diventerà quello dopo". E poi, il caldo, il tormentone di questo Mondiale, almeno nella zona nord: "sia noi sia l'Italia abbiamo affrontato il Costarica, che effettivamente ha più abitudine di noi a questo clima. Ma domani nessuna delle due squadre sarà avvantaggiata dalla temperatura. E, in ogni caso, sapevamo tutto prima: luoghi e orari delle partite. Fa parte del gioco". Qualcuno accusa l'Uruguay di peccare di poca umiltà. E qui Tabarez spicca il volo: "sto leggendo un libro di una nostra scrittrice, Laura Lissardy. Descrive quello che le star del calcio rappresentano per il nostro immaginario collettivo. Una volta i protagonisti erano i registi, i cantanti, oggi sono i calciatori. E poi ricordo uno giornalista argentino desaparecido, che quando vincemmo la Copa Libertadores nel 1987 sottolineò proprio l'umiltà di noi uruguayani. Io direi: siamo orgogliosi della nostra umiltà". Dopo la lezione, torna sulla Terra, ma per poco. Formazioni? Nemmeno a parlarne, domani un'ora prima della partita. Ma stanno tutti bene, a parte capitan Lugano. E l'undici sceso in campo contro l'Inghilterra è al momento la formazione più gettonata.
Mondiali: Tabarez, 'Daremo tutto'
El Maestro: Senso patria? Faremo leva anche su questo
Natal